Non c’è legge senza giustizia
The Judge di David Dobkin si basa innanzitutto su una conferma: la conferma che Robert Duvall è uno dei più grandi attori americani degli ultimi 40 anni. È lui che si porta sulle spalle i momenti più incisivi ed emozionanti, ben coadiuvato da un Robert Downey Jr., anche produttore e, probabilmente, vero demiurgo del film, che non sfigura affatto, sia quando riprende la maschera più tipica alla Tony Stark, sia quando esprime sentimenti e stati d’animo più sfumati e differenti.
Downey è un avvocato senza scrupoli, richiamato nel borgo natale per la morte della madre: qui ritrova il padre (Duvall), ferreo giudice del paese vecchio stampo e con una concezione della giustizia ben diversa da quella del figlio, con il quale i rapporti sono a temperatura glaciale. Quando però il rampante avvocato è già sull’aereo pronto a lasciarsi tutto, definitivamente, alle spalle, gli giunge la notizia che il padre è indagato per omicidio: prendere le sue difese in tribunale – nonostante il non particolare entusiasmo dell’anziano giudice – diventa, così, anche occasione per far riaffiorare il passato (di entrambi) e per rivedere il rapporto padre-figlio, facendo deflagrare tutto il non detto e le reali cause del conflitto, e anche scoperchiando i segreti che ognuno dei due custodiva. The Judge, come scritto da più parti, è un film perlopiù d’attori (i due protagonisti tanto quanto molti comprimari, a partire dall’ottimo Vincent D’Onofrio nel ruolo del fratello maggiore), nel senso che sono i due protagonisti a trasmettere le tematiche più interessanti del film, portandone il peso sulle proprie spalle, poco coadiuvati da una scrittura che non brilla per fantasia e da uno stile piatto. È dagli sguardi di Duvall, dai suoi cambi di tono e di intensità, così come dalle sfumature di Downey Jr., che riaffiorano le tematiche che avrebbero potuto fare di The Judge un film più efficace e memorabile di quello che è stato il comunque gradevole risultato finale: l’ombra del passato e delle sue colpe, i sentimenti sempre più incancreniti man mano che il tempo passa, così come il lacerante contrasto tra giustizia e legge e, perché no, lo scontro tra due Americhe differenti e in perenne conflitto. Gli scontri tra i due protagonisti accennano anche ad un film in cui il rapporto tra privato e pubblico avrebbe potuto essere trattato più consapevolmente e approfonditamente. Lo script di Nick Schenk e Bill Dubuque invece preferisce seguire i binari sicuri e professionali del film hollywoodiano medio ad alto budget e ad alto richiamo: storia ricca di sentimenti e con quel giusto di retorica, basata sugli archetipi della seconda occasione e dei rapporti che si ricompongono alla fine, intermezzi umoristici studiati a tavolino e controllati e professionalità assolutamente media.
The Judge [id., USA 2014] REGIA David Dobkin.
CAST Robert Duvall, Robert Downey Jr., Vincent D’Onofrio, Vera Farmiga, Billy Bob Thornton.
SCENEGGIATURA Bill Dubuque, Nick Schenk. FOTOGRAFIA Janusz Kaminski. MUSICHE Thomas Newman.
Drammatico, durata 141 minuti.