Attenzione ai fagioli
Seth MacFarlane per il suo secondo lungometraggio ha scelto come mondo da dissacrare il vecchio West, e come cultura da destabilizzare il mito fondante della frontiera, con l’arma dell’improvviso intervento in scivolata del demenziale e della studiatissima idiozia. Il tutto preservando la contemporaneità le sottoculture di Ted e delle sue serie animate televisive.
È lo stesso sceneggiatore/regista a interpretare il protagonista: un buono, timido e imbranato ragazzone un po’ fuori contesto nel rude villaggio e nella routine fatta perlopiù di scazzottamenti e di duelli, e in cui si può morire in svariati modi, anche a causa – per esempio – dei troppi fagioli mangiati. Lasciato dalla fidanzata storica proprio perché non abbastanza duro e vendicativo, la sua vita cambia quando arriva la moglie di un temuto e violento fuorilegge. “Il comico e la commedia sono due campi differenti; nel primo Seth ci sa fare, nel secondo no”: queste parole, scritte da Giulio Sangiorgio su FilmTv, riassumono i pregi e i difetti di Un milione di modi per morire nel West. Se infatti da un lato quando MacFarlane fa quello che tutti si aspettano da lui il gioco funziona, con effetti spesso esilaranti e comunque in qualche modo sempre destabilizzanti, dall’altro tra una gag e l’altra – tra un toro che compare improvvisamente in scena e un piacevolissimo numero musicale dedicato ai baffi – la narrazione scorre tutt’altro che fluida, qua e là anche prolissa (tra l’altro, avrebbe giovato una durata inferiore). Con l’effetto, tutt’altro secondario, di annacquare l’impatto complessivo della comicità, riuscita (o molto riuscita) nei singoli momenti e molto meno efficace di quanto avrebbe potuto nel complesso dell’intero film. Il MacFarlane sceneggiatore e regista dimostra di non sapersi ancora trovare a proprio agio nel gestire i momenti più “seri” dell’intreccio, o quelli di raccordo tra una gag e l’altra, fondamentali nel delineare il contesto in cui in una commedia la comicità può affondare i denti. Sono gli stessi elementi che avevano reso Ted un film un po’ zoppicante, e che dimostrano come l’autore comico non abbia ancora preso bene le misure ad un ritmo diverso da quello di una puntata de I Griffin, in cui gag e riferimenti possono susseguirsi uno dietro l’altro senza troppe pause. Ed è, allora, un peccato che il nostro non si sia ancora cimentato in un film demenziale puro, dove – lì sì – potrebbe esprimere appieno il proprio potenziale, facendo deflagrare gli effetti della sua comicità senza quelle catene che non è ancora in grado di gestire adeguatamente, né di capovolgere. Comunque, in ogni modo, si ride, anche grazie ad un paio di camei gustosi.
Un milione di modi per morire nel West [A Million Ways to Die in the West, USA 2014] REGIA Seth MacFarlane.
CAST Seth MacFarlane, Charlize Theron, Giovanni Ribisi, Liam Neeson, Amanda Seyfried.
SCENEGGIATURA Seth MacFarlane, Alec Sulkin, Wellesley Wild. FOTOGRAFIA Michael Barrett. MUSICHE Joel McNeely.
Commedia/Western, durata 116 minuti.