“Alcuni poliziotti combattono i criminali senza vederli”
Basta poco per realizzare un solido e godibile thriller d’atmosfera che alterna, con eccellenti riferimenti (da Terrore cieco a Occhi nella notte), i ritmi serrati della spy story americana alla vocazione drammaturgica orientale: un cast affiatato di attori, un’eroina senza paura e una scena madre che faccia la differenza.
Con Beul-la-in-deu (Blind), Ahn Sang-hoon, regista sud coreano con alle spalle il solo corto Pass Over e la ghost story Arang, calca la scena violenta delle “nouvelles vagues” made in Corea che proliferarono a partire dagli anni sessanta: polizieschi, drammi a sfondo civile, commedie goliardiche e pirotecnici film spionistici. Un’esplosione di generi che ridefinì anche l’estetica del revenge movie, (ri)portato in auge agli inizi dell’anno duemila da Park Chan-wook con l’ormai leggendaria trilogia della vendetta. Muovendosi nel solco della tradizione e ben consapevole di non creare alcuna rivoluzione copernicana, il cineasta che già con Arang (2006) dimostrava agilità di passo battendo territori tra l’horror sanguinario e il thriller più convenzionale, fa con Blind un ulteriore salto di qualità. È la storia di Soo-ah, giovane allieva dell’accademia di polizia sconvolta da un’immane tragedia: perde la vista e il fratello minore dopo un tremendo incidente stradale in cui è direttamente coinvolta e per cui non riesce a darsi pace. In lotta coi fantasmi del recente traumatico passato, lascia la polizia e si ritira in solitudine, scegliendo di amare solo il suo devoto cane. Ma il destino è in agguato. La sua strada si incrocia con quella di un serial killer specializzato in giovani ragazze: credendo sia un taxi, sale sulla macchina sbagliata, quella del maniaco, ma non può descriverlo alle forze dell’ordine a causa della sua cecità. Insieme a un altro scomodo testimone e a un bizzarro detective inizierà un’indagine pericolosa che la porterà faccia a faccia con il killer. Ogni tassello nel mosaico criminale è al posto giusto: l’eroina che perde la vista e guadagna un istinto quasi paranormale, il detective caricaturale che ha a cuore le sorti di Soo-ah, uno spietato assassino che attende nell’ombra e, dulcis in fundo, una scena madre di straordinario effetto con tanto di inseguimento “telecomandato” da un i-phone. Tra scampoli di bianco e nero e avvolgenti long take, il riuscito crime movie “degli affetti” di Ahn Sang-hoon costruisce, attraverso una vibrante suspense, una messa in scena elegante e mai enfatica in cui non mancano tributi all’action più adrenalinico, mentre gli accenti sentimentali indagano con raffinatezza il dolore, la rabbia e l’estasi (vendicativa) dell’integerrima protagonista.
Blind [Beul-La-In-Deu, Corea del Sud 2011] REGIA Ahn Sang-hoon.
CAST Kim Ha-neul, Yoo Seung-ho, Yang Young-jo, Jo Hee-bong, Kim Mi-gyeong.
SCENEGGIATURA Min-seok Choi, Andy Yoon. FOTOGRAFIA Wonho Son. MUSICHE Jun-seok Song.
Thriller/Drammatico, durata 111 minuti.