“A cosa serve l’utopia? A camminare”
Per Thomas More utopia è “luogo che non è”, per Eduardo Galeano è “all’orizzonte”, invece per Dennis Kelly Utopia è “escrescenza” purulenta pronta ad esplodere. Colori saturi lacerano le pupille. Sangue scorre senza sosta. Domande pulsano nella testa. Al centro le fobie dell’uomo.
Delirante e psichedelica, questa è la serie Utopia, ideata da Kelly per Channel 4, mix perfetto di dramma e ironia nera. I suoi personaggi Wilson Wilson, Grant, Becky, Ian, Michael Dugdale, Jessica Hyde e Pietre, ci richiamano con questa seconda stagione alle loro concrezioni di dolore, rabbia, paura e sbagli, alla prepotente ricerca del famigerato The Utopia Experiments, fumetto disegnato da Philip Carvel, morto in manicomio – che ha nascosto tra le pagine Giano, arma di distruzione letale, creata insieme alla Milner, con l’appoggio di The Network. Li ritroviamo persi nella loro desolazione: appoggiati gli uni agli altri (Ian e Grant), violentati nella loro dolorosa unicità (Jessica, figlia di Carvel, torturata dalla Milner e dai suoi perchè in lei c’è Giano), lontani per non essere un peso (Becky), al servizio del nemico (Wilson Wilson, destinato all’ambiguità fin dal nome), operai nella costruzione di una nuova vita (Pietre). Kelly non ricomincia come avremmo immaginato, infatti l’episodio d’apertura è puro straniamento, “proteina” quasi atopica, racconta gli anni ’70 – Aldo Moro nelle parole di Bruno Vespa, Mino Pecorelli, la Thatcher -, Carvel, la sua famiglia, il suo lavoro, il rapporto speciale con Milner. Terrorismo, complotto, realtà e finzione. Siamo alle radici del male. Questa stagione con lucida perfidia esplora Carvel, superuomo senza scrupoli (esperimenti sui figli), la sua mente, quella del genio malato e sadico. Utopia è indagine ossessiva e meticolosa sui complotti, tocca nervi sensibili (scienza e morale, l’“etica” delle case farmaceutiche), le teste esplodono, i corpi bruciano, le menti vacillano, eppure nelle sue viscere freme amore, guasto e disturbato, maledizione a cui non ci si può sottrarre, si agita il rapporto padri (quelli persi, quelli ritrovati, quelli costruiti) e figli. I nostri eroi sono soli, logorati dalle perdite, feriti da coloro che dovrebbero essere più fedeli; comunque ci sono abbracci lunghi e appassionati, baci mortali e ultimi, protezione calda e rassicurante, sacrificio potente e sublime. Ma anche l’amore per il proprio genio e per il proprio “scopo”. Come una cheratite la “pietà” di Jessica e Pietre, il loro odio amoroso verso il padre, il bacio dei due amanti fatali e folli ferisce i nostri occhi, ed erompe in noi spasimo e tragedia. Con questa seconda stagione, a cui purtroppo non ne seguirà una terza, Kelly non sbaglia mettendo in scena il delirio distopico delle sue povere “marionette”.
Utopia [Id., USA 2014] IDEATORE Dennis Kelly.
CAST Fiona O’Shaughnessy, Alexandra Roach, Nathan Stewart-Jarrett, Adell Akhtar, Oliver Woollford.
Drammatico/Thriller, durata 48-60 minuti (episodio), stagioni 2.