Ricominciare da zero
Arriva nelle sale italiane Tutto può cambiare, ultimo film dell’irlandese John Carney, già autore del noto e premiato Once, con il quale condivide il tema della musica come via ai sentimenti e alla riscoperta della vita.
La storia di Tutto può cambiare è, anche in questo caso, quella di un incontro: da una parte c’è Dan Mulligan, produttore musicale prossimo al fallimento, un matrimonio alle spalle e una figlia adolescente piena di interrogativi; dall’altra Gretta, cantautrice inglese senza troppe ambizioni, ex fidanzata di pop star fedifraga, in attesa che qualcuno si accorga di lei e delle sue malinconiche ballate. Quando i due, per caso, si incrociano all’apice della tristezza nello stesso locale di New York, ecco una scintilla di creatività infiammare Dan: sbronzo e intontito, Dan assiste all’esibizione per voce e chitarra di Gretta, e immagina animarsi gli strumenti musicali intorno a lei, in una delle scene più memorabili del film. Dan vince lo scetticismo di Gretta e il gioco comincia: siccome mancano i soldi per una registrazione con tutti i crismi del caso, sarà New York, la metropoli en plein air coi suoi angoli più celebri e poetici, a fare da studio di registrazione per una band improvvisata, lontana dalle logiche del guadagno, tenuta insieme dalla forza del progetto e dalla passione per la musica. In questo intreccio ci sarebbe anche lo spazio per esplicitare una storia d’amore, ma il regista fortunatamente risparmia al pubblico una svolta narrativa troppo scontata, preferendo lavorare sul tentativo di riconquistare la famiglia perduta da parte di Dan, e sulla rielaborazione malinconica, da parte di Gretta, del suo amore da poco stroncato. In questa capacità di sfiorare i clichés ed eluderli, congelandoli, sta probabilmente la forza di John Carney, che preferisce affidare ai sottotesti delle canzoni e delle musiche ipotesi narrative mai destinate a realizzarsi. Il confronto con Once è, anche in questo senso, legittimo, ma vede Tutto può cambiare decisamente sconfitto: a mancare, rispetto al film fratello ambientato a Dublino, è proprio l’autenticità del racconto e della messinscena, là responsabili di una piccola magia cinematografica, qui comodamente liquidati in direzione di un prodotto medio di cui sia già nota la fascia di incasso. Dispiace constatarlo anche rispetto al casting: non soltanto per la scelta ammiccante di Adam Levine, leader dei Maroon 5, come antagonista sentimentale di Gretta, ma per la stessa Keira Knightley, opaca e confusa tra smorfie già viste. Convince maggiormente Mark Ruffalo, la cui recitazione ruvida e scomposta poteva dettare la linea ideale a un film che, senza per questo essere colpevole di soluzioni troppo consolatorie, avrebbe comunque meritato di andare molto più a segno.
Tutto può cambiare [Begin Again, USA 2013] REGIA John Carney.
CAST Mark Ruffalo, Keira Knightley, Catherine Keener, Adam Levine, Mos Def, James Corden.
SCENEGGIATURA John Carney. FOTOGRAFIA Yaron Orbach. MUSICHE Gregg Alexander.
Commedia drammatica, durata 101 minuti.