A misura d’insetto
Può un’antica leggenda essere tramandata ogni estate da grilli e cavallette? Può una giovane e curiosa coccinella dare battaglia ad un intero esercito di diaboliche formiche rosse? Certo, basta calarsi nel piccolo mondo di Minuscule.
Ideata da Hélène Giraud e Thomas Szabo, la saga sulla “vita privata degli insetti” nasce nel 2006 come serie animata di ben 78 episodi da sei minuti circa l’uno. Attenzione però, non siamo di fronte né ad un epigono di A Bug’s Life della Pixar né ad una copia conforme di Z la formica: Minuscule mescola ambientazioni reali e animazione in 3D, presentando la quotidianità degli insetti in chiave apertamente e squisitamente comica. Ambienti reali, animali riprodotti in computer grafica ed esseri umani quasi del tutto assenti; nelle avventure a rotta di collo e a misura d’insetto sia della serie che di questa trasposizione per il cinema nessuno parla se non attraverso i propri “versi” naturali, attraversando prati e corsi d’acqua, radure e ampie vallate. Non è un caso che questo tipo di animazione sia stato addirittura paragonato a Il Signore degli Anelli, così come risulta meritatissimo il successo riscontrato in Francia. Le epiche e favolose scorribande della coccinella protagonista e della sodale formica nera si ispirano a Buster Keaton e a Charlie Chaplin, strizzano l’occhio a Star Wars se non addirittura a Psyco (nella sequenza del ragno che vive in una casa di bambola diroccata). Con una raffinatezza di tocco che non conosce target, le riprese dei due registi e i giochi di luce della fotografia di Dominique Fausset sfiorano la gotica malinconia del miglior Tim Burton, lo spirito fantasy anni ’80 (quello di Labyrinth – Dove tutto è possibile, per intenderci) e non disdegnano neppure l’action tout court (come una sorta di “trappola sulle montagne rocciose”) fitto di inseguimenti e agguati. Così, adottando il punto di vista “dal basso” di mosche, cimici e lucertole che sembrano dinosauri, un cestino del pic-nic diventa un tesoro inestimabile, una lattina arrugginita si fa mezzo di locomozione e un torrentello disseminato di sassi si ingigantisce fino a trasformarsi in una terribile cascata. Spiace constatare come questo tipo di lavoro, divenuto in patria un cult istantaneo, qua da noi sia rimasto un prodotto di nicchia, per pochi eletti. Di certo non avrà aiutato in primis il nome italiano dato alla serie (Bzzapping, i nostri titolisti non si smentiscono mai), mentre ora la monca distribuzione del film sta completando lo sfacelo. Un peccato “maiuscolo”, perché Minuscule, a differenza di molte altre animazioni una identica all’altra, plastificate e bollite, è un progetto non omologato, ipnotico, artisticamente irresistibile. Vedere – il film o uno qualunque degli episodi per la tv – per credere.
Minuscule – La valle delle formiche perdute [Minuscule – La vallée des fourmis perdues, Francia/Belgio 2013] REGIA Thomas Szabo, Hélène Giraud.
SCENEGGIATURA Thomas Szabo, Hélène Giraud. FOTOGRAFIA Dominique Fausset. MUSICHE Hervé Lavandier.
Animazione, durata 84 minuti.