SPECIALE LOTTA DI CLASSE, II PARTE
Una scuola di vita a suon di rock
Messo finanziariamente alle strette dall’imminente sfratto e dalla feroce delusione degli amici che gli hanno voltato le spalle, Dewey – uno scatenato rocker apparentemente affetto dalla sindrome di Peter Pan e cronicamente scettico nei confronti del sistema scolastico – accetta una supplenza in una delle scuole private più prestigiose dello stato.
Intuendo la possibilità di poter facilmente realizzare il proprio tornaconto personale sfruttando le doti artistiche degli alunni, s’inventa un fantomatico progetto musicale interscolastico. Ma l’incursione nella vita degli alunni di un tale improbabile insegnante e del rock, disciplina solitamente bandita dai programmi di studio, forse potrebbero paradossalmente finire per giovare non poco alla crescita dei ragazzi. School of Rock segue la sensazione di libertà sia fisica che mentale infusa dalla musica trasportandola nella rigidità di un mondo dominato da invalicabili codici comportamentali come quello della scuola. Un’idea non nuova: si vedano il rock’n’roll che sfida le coercizioni conservatrici moraliste della collettività americana in Grease e Great Balls of Fire o il più contemporaneo hip hop che in Save the Last Dance riesce a conquistare persino l’ingessata giuria della famosa Juilliard, uno dei templi della danza negli Usa. Un connubio tematico che, pur se aggiustato alle mode del momento, è sovente utilizzato per sottolineare la volontà degli adolescenti di sfidare le tradizioni delle costrizioni dell’intera società, che consente agli adolescenti di cavalcare gli impulsi di ribellione dettati dai propri passionali animi e dire la loro sfidando apertamente tutto e tutti. Ma se negli anni Ottanta per andare contro corrente era sufficiente far sbarcare la musica elettronica tra i banchi di scuola (Fame docet), ecco che per essere provocatori e scuotere un po’ le coscienze degli spettatori all’alba del nuovo millennio ci vuole nientemeno che l’heavy metal. Nonostante il facile smascheramento del leit motiv del plot e il buonismo del lieto fine, School of Rock resta sempre un film da (ri)vedere non soltanto per la presenza dell’eccezionale istrione Jack Black – mai così convincente come qui – ma pure per gli altri moniti diramati a più livelli come l’incomunicabilità generazionale e tra i sessi o l’importanza della complicità e del team work. Non stupisce quindi che quest’opera continui ad ispirare i registi: sotto sotto, pure le spassose disavventure di Cameron Diaz in Bad Teacher fanno l’occhiolino a questa pellicola uscita più di un lustro prima.
School of Rock [Id., USA 2003] REGIA Richard Linklater.
CAST Jack Black, Joan Cusack, Mike White, Sarah Silverman.
SCENEGGIATURA Mike White. FOTOGRAFIA Rogier Stoffers. MUSICHE Craig Wedren.
Commedia/Musicale, durata 105 minuti.