Autocitazione riuscita
Francia e India, due paesi lontani ma con una grande tradizione culinaria. Paesi che si rivelano perfetti per il racconto di Lasse Hallström, che dopo Chocolat ribadisce il suo amore per il cibo e la cucina.
Sicuramente Amore, cucina e curry si può, e si deve, associare alla prima favola d’amore e cibo del regista svedese. Le storie sono troppo simili in molti aspetti per non trovarsi spesso a vagare verso l’originale novella di cioccolato e passione. Eppure nonostante le similitudini, quasi a urlare all’autoplagio, la saga della famiglia indiana che scappa dal suo paese per cercare fortuna in Europa e dei loro contrasti con gli autoctoni del piccolo paese in cui decidono di stazionare, è un racconto dolce, spensierato ma coinvolgente. Il giovane attore indiano Manish Dayal, con la sua bellezza sconcertante, non fatica a farci dimenticare il Johnny Depp che si innamora della cioccolatiera Binoche, e il doveroso lieto fine ci fa immediatamente smettere di paragonare i due film. Uno degli aspetti principali del film di Hallström è il cibo, come viene palesato dal titolo: il cibo raccolto, amato, pulito e apprezzato soprattutto nella convivialità familiare, cibo che – come dice la madre del protagonista – è fatto di fantasmi perché per cucinare bisogna uccidere. Una riflessione profonda che si perde nel marasma di una pellicola che poi abbraccia immediatamente la superficialità; che subito dopo aver snocciolato in alcune scene la tragica fine della mater familias e della conseguente fuga verso un altro continente, ci propone una diatriba tra un ristorante di lusso francese e la cucina indiana fatta di spezie e musica ad alto volume. Certo lo scontro spesso fa scappare un sorriso allo spettatore, e l’amicizia che piano piano si forma tra le due fazioni culinarie risulta piacevole, ma l’ascesa del giovane Hassan verso l’olimpo culinario non ci fa mai perdere di vista il cibo e i suoi ricordi, tanto che un piatto indiano cucinato dalla moglie di un membro dello staff alle dipendenze del nostro protagonista, lo farà regredire, tornare alla sua famiglia e ai suoi sapori, prima con la mente poi con tutto il corpo. Quindi forse un film già visto, forse nulla di nuovo, forse nessuna grande rivelazione, eppure il piacere di un paio d’ore davanti a una storia ben diretta fa uscire lo spettatore dalla sala con una sensazione positiva addosso, oltre che con una considerevole fame.
Amore, cucina e curry [The Hundred-Foot Journey, USA 2014] REGIA Lasse Hallström.
CAST Helen Mirren, Om Puri, Manish Dayal, Charlotte Le Bon, Amit Shah, Farzana Dua Elahe.
SCENEGGIATURA Steven Knight (tratta dal romanzo Madame Mallory e il piccolo chef indiano di Richard C. Morais). FOTOGRAFIA Linus Sandgren. MUSICHE A.R. Rahman.
Commedia, durata 122 minuti.