SPECIALE BUSTER KEATON
Buster e la fotogenia del movimento
La commedia slapstick è un’arte che non ha trovato incarnazioni importanti nel cinema contemporaneo, oggi la si può vedere in alcune gag fisiche (la proverbiale buccia di banana) relegate a film di serie b o cartoni animati. Eppure l’eredità che ha lasciato è enorme e le commedie mute sono una miniera d’oro per chi volesse trarne ispirazione. Il problema è che quella della commedia muta è un’arte priva di parola che ebbe seguito solo in pochissimi show (Benny Hill ad esempio). Morì con l’arrivo del sonoro, proprio come la carriera del suo più grande esponente, Buster Keaton.
La fisicità di Keaton non ha eguali nel cinema, così come la sua capacità di performare acrobazie rischiose rimanendo impassibile in volto. Nei suoi film compaiono spesso macchinari tecnologici e veicoli, coi quali il comico ha un rapporto conflittuale, che si ribellano a Keaton e lo tradiscono scatenando gran parte delle gag (La casa elettrica ad esempio, ma anche il cavalletto di Il Cameraman), ma nessuna macchina è più rappresentativa della locomotiva di Come vinsi la guerra, che dà titolo al film (The General nella versione inglese). Essa è una fonte infinita di sketch comici e diviene il pretesto per realizzare riprese spettacolari quanto rischiose. La slapstick comedy è un genere che non invecchia mai e non è un caso: immagini come quelle di Come vinsi la guerra sono ancora impareggiate nel cinema. I personaggi del film sono funzioni narrative semplici e spassose e la trama un pretesto per il crescendo di gag. Siamo nel mezzo della guerra civile americana e il ferroviere Johnnie Gray vuole arruolarsi nel fronte sudista perché la sua fidanzata Annabelle adora i soldati. È rifiutato perché considerato più utile come ferroviere che come soldato. Johnnie fa la figura del codardo con Annabelle e con la sua famiglia, ma ha la possibilità di riscattarsi quando un gruppo di soldati nordisti ruba la sua locomotiva sulla quale si trova proprio la sua (ormai ex) fidanzata. Johnnie parte all’inseguimento, altro momento topico della commedia muta. Infatti, Come vinsi la guerra è un lunghissimo inseguimento sui binari con scambio di ruoli a metà: prima Johnnie insegue i nordisti e poi, una volta riconquistata la locomotiva e la donna, fugge verso il sud coi soldati nemici alle spalle. Assistiamo a una corsa lunghissima e rocambolesca che porta alla spettacolare conclusione, l’esplosione del ponte sul fiume col treno nemico che cade in acqua, un momento di cinema puro, citato in diversi kolossal (Il ponte sul fiume Kwai su tutti). Come vinsi la guerra è una lezione di fotogenia e di cinema che non sente il bisogno della parola, bastano quattro cartelli e il volto ilare di Buster Keaton per dire tutto.
Come vinsi la guerra [The General, USA 1926] REGIA Clyde Bruckman, Buster Keaton.
CAST Buster Keaton, Marion Mack, Glen Cavender, Jim Farley, Frederick Vroom, Charles Henry Smith, Frank Barnes.
SCENEGGIATURA Buster Keaton, Clyde Bruckman. FOTOGRAFIA Bert Haynes, Deveraux Jennings.
Comico/Guerra, durata 107 minuti.