“Non sembrerà che siamo noi i cattivi?”
È un cinema d’animazione di qualità quello prodotto dall’americana Laika Entertainment (il burtoniano La sposa cadavere, lo splendido 3D di Coraline, il più recente ParaNorman) e Boxtrolls non fa eccezione. Presentato fuori concorso all’ultima Mostra del cinema di Venezia, realizzato combinando con buoni risultati stop motion e stereoscopia, Boxtrolls è un azzeccato elogio della diversità (si pensi, tra le altre cose, alla simpatica follia dell’inventore Herbert Trubshaw), dove le buffe creature del titolo, dal colorito bluastro, sono i personaggi positivi e gli umani, invece, con qualche eccezione, si rivelano individui assai sgradevoli.
A partire da Archibald Penelope Arraffa (Snatcher in originale), leader dei disinfestatori (exterminators), incaricati di liberare la città di Montecacio (Cheesebridge) dai boxtrolls. Arraffa si muove su un macchinario a vapore, elemento steampunk del film, apparentemente ambientato in una sorta di Inghilterra vittoriana, con tanto di rigida divisione in classi. Arraffa è l’arrivista disposto a tutto pur di fare la scalata sociale ed entrare nel prestigioso gruppo delle tube bianche, i maggiorenti della città. Il giovane umano Uovo (Eggs), adottato dai boxtrolls sin dalla più tenera età, invece è la persona giusta per incitare i suoi amici mostri a reagire contro i disinfestatori. Ma leggere il film come un’allegoria politica della rivoluzione socialista, o delle lotte per i diritti civili delle minoranze, sarebbe davvero troppo e, fatta notare una dialettica alto/basso tra il mondo degli umani e quello dei boxtrolls, ci limitiamo ad apprezzare l’atmosfera gotica, i dettagli della scenografia e dei costumi, i volti caricaturali e spigolosi dei personaggi, la nebbia per le strade attraversata da qualche raggio di luce nella notte. La commistione di momenti macabri (la scena delle sanguisughe) e umorismo, british, alla Monty Python, o anche slapstick (il grezzo Uovo che crea scompiglio alla cena dei ricconi) è parecchio riuscita, le musiche invadenti di Dario Marianelli possono ricordare il lavoro di Danny Elfman per Tim Burton. La regia è molto classica e sobria: le soggettive sono di numero limitato, lo stesso 3D non è utilizzato come espediente spettacolare ma per rendere la profondità di ambienti come il mondo sotterraneo dei boxtrolls. Il ritmo è più compassato in confronto alla media dei film d’animazione contemporanei, il montaggio tutt’altro che frenetico. Sembra quasi un film volutamente all’antica, controcorrente rispetto al mainstream, rivolto a pochi, con poche strizzate d’occhio al pubblico dei bambini più piccoli. Si spera che in Italia non passi inosservato.
Boxtrolls – Le scatole magiche [The Boxtrolls, USA 2014] REGIA Graham Annable, Anthony Stacchi.
CAST (DOPPIATORI ORIGINALI) Ben Kingsley, Jared Harris, Nick Frost, Isaac Hempstead Wright, Elle Fanning.
CAST (DOPPIATORI ITALIANI) Massimo Lopez, Stefano Benassi, Renato Cecchetto, Andrea Di Maggio, Lucrezia Maricchi.
SCENEGGIATURA Irena Brignull, Adam Pava. MUSICHE Dario Marianelli.
Animazione, durata 96 minuti.