SPECIALE LUC BESSON
Donna 2.0
Ci voleva un’eroina muscolare “à la Besson” per far esplodere sullo schermo Scarlett Johansson. Da voce suadente in Her e aliena imperturbabile in Under the Skin diventa dominatrice del tempo e della materia dopo un’overdose di cristalli blu.
A distanza di più di trent’anni da Le Dernier Combat, il più (amabilmente) fracassone dei registi d’oltralpe torna all’action sci-fi, tra intrattenimento videoludico e derive pseudo intellettuali. Agli estremi opposti dell’iter evolutivo umano c’è un prima e un dopo: Lucy, precursore ominide i cui resti furono rinvenuti in Etiopia nel 1974 e il suo omonimo che, nell’epoca postmoderna, è in grado di controllare e manipolare corpi, menti e lo scorrere del tempo. Svestiti i panni di Vedova Nera Scarlett Johansson diventa Lucy, letale virago della mitologia, nume in Terra e spauracchio assoluto della gang cinese di Mr. Jang. A dire il vero una donna divina, capace di controllare il proprio metabolismo, radiografare gli esseri viventi e piegare la materia al proprio volere, può inquietare chiunque le capiti a tiro. Ma andiamo con ordine. Nel frastornante incipit in medias res Lucy, studentessa universitaria di stanza a Taiwan che trasporta droga per pagarsi gli studi, incappa nel boyfriend di turno che la obbliga a consegnare una misteriosa valigetta ad un boss del narcotraffico. Gli uomini della sua cosca, dopo averla presa in ostaggio, le squarciano lo stomaco iniettandole una massiccia dose di Cph4 e trasformandola in “corriere vivente” della droga. In seguito ad una scazzottata la sostanza le si riversa nell’organismo mutandola in superdonna, un po’ Daredevil, un po’ Dio. Risultato: sente tutto, vede tutto, può tutto. Ci si diverte e tanto, in questo mix adrenalinico in cui ci sono di mezzo persino Kubrick e Malick, restituiti da una fiera genialità autoriale. La si scorge nelle tracce psichedeliche di video animali (dinosauri e scimmie, antilopi e ghepardi) montati in parallelo alle gesta della donna-guerriero che affronta come una novella Trinity orde di nemici, o nella solo abbozzata propensione a svelare i misteri dell’universo. I cristalli di “Lucy” inebriano i sensi della ragazza, capace di sfruttare il suo cervello fino al 100% e arrivare a dominare incontrastata anche le rivoluzioni dell’asse terrestre. Se in superficie il film di Besson è un ipercinetico thriller fantascientifico, traspare in filigrana la critica all’egemonia tecnologica odierna: Lucy non è che l’ennesima donna al potere bessoniana, tutta corpo e strategia bellica, il cui dominio tiene in scacco ogni progresso passato e futuro della scienza. Senza prendersi troppo sul serio Besson ci regala uno sfolgorante esempio di ipertrofia della visione a mezzo tra fumettone bulimico e videoclip allucinato.
Lucy [id., USA/Francia 2014] REGIA Luc Besson.
CAST Scarlett Johansson, Morgan Freeman, Amr Waked, Choi Min-sik, Pilou Asbæk.
SCENEGGIATURA Luc Besson. FOTOGRAFIA Thierry Arbogast. MUSICHE Eric Serra.
Fantascienza/Azione/Thriller, durata 90 minuti.