SPECIALE LUC BESSON
Non è solo questione di stile
“I grandi artisti non creano, rubano”, sosteneva Picasso. Western all’italiana, action hollywoodiano, e tanto altro: se scomponessimo Léon pezzo per pezzo ritroveremmo, dietro il suo ordine compositivo e la sua precisione formale, un’enciclopedia di rimandi e prestiti, come se fosse un mosaico pronto a evaporare non appena gli venisse sottratto uno dei suoi tasselli.
Alla sua uscita un buon numero di critici puntò il dito contro l’eccessivo stilismo di questa operazione che sa troppo di meta-cinema, intavolata ad arte per apparire, per essere gustata senza mai trascendere l’abito e andare in profondità, ma restando semplice superficie. Usando il mezzo come fine e riducendo il film a puro linguaggio, Léon rivelerebbe l’assenza di quella tridimensionalità che si confà al cinema più riuscito, quello che va oltre ciò che mostra, che veicola attraverso l’immagine senza fermarsi ad essa. Tuttavia il puro esercizio di stile non basta a spiegare la fortuna di un film che certamente si compiace del suo manierismo, ma che punta comunque sul contrasto dei caratteri e sull’espressione dei sentimenti. Divertente, toccante, poetico, spietato, Léon vive dei suoi personaggi unici, delle caratterizzazioni umane più che dei suoi ambienti, e quando ci ricorda atmosfere già respirate, aggiunge sempre una sua firma personale. In modo stilizzato e spesso scopertamente costruito, Luc Besson sembra orchestrare il gioco in vista di una programmata risposta emotiva, ma lo fa con sicura padronanza del gesto registico e soprattutto con la consapevolezza della propria cultura cinefila, ricontestualizzando i frammenti di un cinema che fu, da Leone in poi, senza inciampare nel plagio o nella citazione fine a se stessa. C’è un linfa che pulsa sotto la facciata, forse anch’essa il frutto di un artificio, di una creazione in laboratorio: lo sguardo chino di Léon, il caschetto ribelle di Matilda, il ghigno drogato di Stanfield. Eppure questa è la natura del cinema, marchingegno a orologeria che costruisce mondi, personaggi ed emozioni, spesso smontando e rimontando a partire da ciò che già conosce. In questo Léon è perfetto e indimenticabile.
Léon [id., Francia/USA 1994] REGIA Luc Besson.
CAST Jean Reno, Natalie Portman, Gary Oldman, Dany Aiello.
SCENEGGIATURA Luc Besson. FOTOGRAFIA Thierry Arbogast. MUSICHE Eric Serra.
Drammatico/Thriller, durata 110 minuti.