SPECIALE LUC BESSON
L’elemento che sfocia nel crimine
Barocco, frizzante, naif, esagerato: Il quinto elemento riuscì ad affermare il talento di Luc Besson nel lontano 1997, dopo l’ottimo Léon, talento che nel tempo è stato in qualche modo “sprecato” e sporcato da un presuntuoso autocompiacimento.
Con Il quinto elemento Besson dimostrò di sapersi divertire congelando le derive autoriali in favore di una abbondanza solennemente visiva che, ancora oggi, fa gioire anche lo spettatore più esigente. Calibrando saggiamente tutti gli elementi del genere, che si avvicina più al fantasy rispetto alla fantascienza, compreso supereroe tutto d’un pezzo e antagonisti di tutto rispetto, Besson rielabora e aggiorna l’estetica degli anni Ottanta. Il quinto elemento è quasi il rovescio della medaglia di Blade Runner: atmosfere sgargianti e colorate contro pioggia, chiaroscuri e malinconia, filosofia basica contro teorie esistenziali, bellezza acqua e sapone contro trucco pesante. Un paragone azzardato, forse, ma che riesce a far comprendere quella linea di demarcazione che c’è tra il cinema di genere nei decenni sopracitati, una disarmonia legata da un filo rosso però che oggi fatichiamo a ritrovare. Entrambe le pellicole sono dei blockbuster, chiaramente con le dovute differenze, che sembrano appartenere ad un’epoca lontana che è quasi morta, un’epoca in cui non si doveva per forza ricorrere all’”ispirazione” fumettistica. Blade Runner ha avuto numerosi emuli, il film di Besson meno, ma entrambi hanno saputo entrare a gamba tesa nella categoria dei cult in modo spontaneo. Besson firma un’opera puramente pop, con l’aiuto dei costumi di Jean-Paul Gaultier e la grafica di Moebius, che non si prende troppo sul serio, e ci trascina in una corsa adrenalinica verso lo sconfortante nuovo millennio in cui tanto si sperava. Un’altra volta, dopo Nikita e Léon, la donna è la vera protagonista della vicenda: il “quinto elemento” è incarnato in Milla Jovovich, inizialmente debole e indifesa, ma che poi si rivela la vera forza combattiva e per cui si combatte, l’essere perfetto che tutto manovra e che lotta contro il male supremo. Anche in seguito il regista francese ha reso protagoniste delle sue storie dei profili femminili rilevanti, ma qui metaforizza l’importanza della donna come elemento fondamentale. Un cinema che spesso descrive le figure maschili come vinti che proiettano il loro sicuro e consapevole fallimento nella violenza verso la donna, una violenza che, come qui, viene uccisa dal vero amore. Un messaggio banale, ridondante, ma che sempre più urge di essere rappresentato, per contrastare il nostro oggi colmo di fatti di cronaca contro le donne. Nonostante tutto Il quinto elemento è solo un film fantasy, no?!
Il quinto elemento [Le Cinquième Element, Francia 1997] REGIA Luc Besson.
CAST Bruce Willis, Milla Jovovich, Gary Oldman, Ian Holm, Chris Tucker, Tricky.
SCENEGGIATURA Luc Besson, Robert Mark Kamen. FOTOGRAFIA Thierry Arbogast. MUSICHE Eric Serra.
Fantasy, durata 101 minuti.