Corti e documentari per raccontare l’Italia di oggi
Il limite e il confine. È questo il tema principale del Cervignano Film Festival, alla sua seconda edizione, che racconta geograficamente, culturalmente e socialmente cosa sia il limen.
La sezione principale, quella dei corti e dei documentari – giudicata da Beatrice Fiorentino e dai registi Alberto Fasulo (suoi i film di apertura, Rumore Bianco, e chiusura, Tir) e Lorenzo Bianchini –, ci dà un forte spaccato di ciò che siamo oggi, dell’epoca che stiamo vivendo e di un mondo sfaccettato sotto tutti i punti di vista. Non sconvolge infatti che molte siano le commedie nere e grottesche in programma, testimonianza del fatto che questo è un momento in cui si è costretti a ridere anche tra le lacrime. Al centro ci sono i nostri vizi, le piaghe della società, una sorta di amara commedia italiana di oggi, un’apologia dell’imperfezione e del difetto (razzismo, differenze stereotipate, mito del danaro): pensiamo a Ehi Muso Giallo di una drammatica e irriverente ironia, ad A questo punto, triste spaccato di ciò che siamo o potremmo diventare per il vil soldo o a Democracia, democratica istigazione all’omicidio. C’è anche spazio per lo sperimentale, si pensi al complesso e liquido Closed box, grottesco corto acquatico e coloristico, al cui centro c’è un uomo in una piccola scatola. Interessanti anche i documentari che analizzano storie e situazioni difficilmente raccontate. Minerita arriva dritto: le giornate della piccola minatrice, infazia prestata ad un massacrante lavoro da grandi, si stagliano “violentate” nel buio delle cave; Destination de dieu ci fa sprofondare tra le “coltivazioni” degli immigrati di Gran Ghetto, le loro mani, i loro volti esprimono il non visto, il cosiddetto viaggio della speranza, il mondo altro in cui abitano e vivono, la disperazione del sopravvivere. Vite, visi e significati fuoriescono da Vola Pepputto e America, narrazioni di personaggi importanti non per la Storia ma per una comunità, un luogo, un paese, confluendo comunque nel ritratto di un italiano. Il dramma poi esplode con tutta la sua forza in More Than Two Hours in cui la questione di genere si mescola a quella culturale e religiosa. È una rassegna quella cervignanese, giovane, energica e priva di paure, cresciuta rispetto alla passata edizione, che sviscera sotto tutti i punti di vista un concetto di per sé complesso e proteiforme, l’evento offre un ventaglio di proposte che danno modo, mostrando al pubblico opere che non sempre sono reperibili e comprensibili immediatamente, di aprire la mente e riflettere.