SPECIALE LUC BESSON
La Belle Epoque secondo Besson
Un film in cui un’archeologa, tanto bella quanto ruvida, profana una tomba egizia per salvare la sorella in stato catatonico dopo una partita di tennis particolarmente competitiva sembra già difficile da gestire fuori dai confini fumettistici in cui il suo creatore, Jacques Tardi, l’ha creata.
Luc Besson, però, decide che un pastiche, se si fa, bisogna farlo bene e non teme di mettere in scena anche una mummia parlante e servizievole, uno pterodattilo e un paio di morti a sorpresa, mentre un manipolo di investigatori rincorrono la modaiola protagonista, Adèle Blanc-Sec. E noi con loro, a bordo della macchina psichedelica che Besson lancia lungo le eleganti vie parigine, riuscendo a schiacciare il piede sull’acceleratore in modo che il paesaggio diventi un unicuum in cui gli elementi non risultano né atemporali né discordanti fra di loro. La protagonista di Adèle e l’enigma del faraone non sorride quasi mai e se lo fa mente per carpire qualcosa, ma si svela con una lentezza che contrasta la corsa selvaggia attraverso una Parigi quasi esoterica, a cavallo fra Belle Epoque e modernismo. Dopo il non troppo felice tentativo di animazione di Arthur e il popolo dei Minimei, ridotto ad una favola eccessivamente adulta nei dialoghi ed esageratamente sciocca nel passaggio da carta e testo cinematografico, e la saga di Taxxi, Besson trova la formula perfetta che non solo gli consente di mediare fra i due generi sopraccitati, unendo fantastico e avventura, ma lo fa accostare senza alcun timore ad altri film dello stesso genere, con la sua versione personale di Indiana Jones. E d’altro canto proprio Besson è il baluardo europeo che prova a proporre alternative al cinema statunitense senza cadere in quell’aura insopportabilmente snob da Vecchio Continente, che risponde ai blockbuster con opere pretenziose ammantate di un’improbabile raffinatezza culturale. Adèle e l’enigma del faraone è un concentrato ben distribuito di categorie cinematografiche e personaggi tanto improbabili singolarmente quanto perfettamente ineccepibili mostrati tutti insieme, in una corsa sfrenata lungo la Senna. E che si chiude – in realtà senza concludere affatto: il film dovrebbe essere il primo di una trilogia ispirata al fumetto – con l’irruzione, a mo’ di colpo di coda, del Titanic. Chapeau!
Adèle e l’enigma del faraone [Les Aventures extraordinaires d’Adèle Blanc-Sec, Francia 2010] REGIA Luc Besson.
CAST Louise Bourgoin, Gilles Lellouche, Mathieu Amalric, Jean-Paul Rouve.
SCENEGGIATURA Luc Besson (tratta dal graphic novel Le straordinarie avventure di Adèle Blanc-Sec di Jacques Tardi). FOTOGRAFIA Thierry Arbogast. MUSICHE Eric Serra.
Avventura/Fantastico/Azione, durata 106 minuti.