SPECIALE MONDI DISTOPICI
“Tu puoi scegliere”
Washington, 2054. Avvalendosi di un sofisticato programma preventivo che si fonda sulle premonizioni di tre giovani individui dotati di poteri extrasensoriali, la polizia locale è in grado di (pre)vedere e sventare i più efferati crimini prima che essi avvengano. I problemi hanno inizio quando John Anderton, capitano e responsabile della stessa sezione, viene indicato come futuro esecutore di un omicidio.
In una lotta serrata contro il Ministero di Giustizia, toccherà allo stesso John dimostrare l’inaffidabilità di tale sistema prima che esso venga promosso e lanciato su scala nazionale. Liberamente tratto dall’omonimo racconto di Philip K. Dick, Minority Report dell’icona a stelle e strisce Steven Spielberg è un concentrato cyberpunk dal ritmo frenetico ed incalzante. Questa volta il cineasta di Cincinnati sembra prediligere atmosfere dagli spiccati accenti noir e si concede una pellicola d’ispirazione hitchcockiana sia per l’impianto fortemente artificioso e manierista dei “precrimini” che per la crescente tensione scaturita dall’estenuante caccia all’uomo. Il tutto è cadenzato da una colonna sonora dagli echi schubertiani e da una fotografia gelida e monocroma che fa da sfondo a trovate sceniche d’impatto – notevole è la sequenza che vede i precog(nitivi) deliberare le loro sentenze immersi in un liquido fluorescente e lattiginoso. L’intero tessuto narrativo, invece, si propone come aspra critica nei confronti di una società denaturata, disumanizzata ed ipertecnologica che si appropria del diritto di giudicare e di condannare inderogabilmente sulla base di presupposti meramente deterministici. Ecco, allora, che il futuro spielberghiano appare allo spettatore come un “sistema infallibile” di matrice utopistica, dove il semplice processo alle intenzioni si effettua per mezzo dell’arresto preventivo e con la conseguente lobotomia dei potenziali criminali. Tale sistema, tuttavia, dimostra la propria fallacità proprio in quanto non tiene in considerazione quella sfera etico-morale imprescindibile nella natura umana. “Nel paese degli uomini ciechi, colui che ha un occhio solamente è re!”, sussurra un personaggio minore ad Anderton in un momento cruciale del film. Il cammino verso il futuro, dunque, risiede proprio in quella (auto)consapevolezza tutta umana del libero arbitrio ed in una piena coscienza delle proprie decisioni – giuste o sbagliate che siano – e delle loro conseguenze su noi stessi e sugli altri. Il futuro si può in parte vedere, ma si può soprattutto modificare, ci dice Spielberg. Il nostro futuro è il presente, risponde Anderton.
Minority Report [id., USA 2002] REGIA Steven Spielberg.
CAST Tom Cruise, Max von Sydow, Colin Farrell, Samantha Morton, Peter Stormare.
SCENEGGIATURA Scott Frank, Jon Cohen (tratta dall’omonimo racconto di Philip K. Dick). FOTOGRAFIA Janusz Kaminski. MUSICHE John Williams.
Fantascienza/Azione/Thriller, durata 145 minuti.