SPECIALE MONDI DISTOPICI
Pessimismo cosmico
In un mondo futuro non troppo lontano dal presente, la natura è ormai totalmente devastata e consumata dal comportamento umano degli ultimi secoli. Anche il cibo è una ricchezza rara e l’alimento più comune è il Soylent, soprattutto nella sua varietà “Green” cioè a base di plancton.
La morte di un uomo ricco e in vista porta alla luce alcuni documenti compromettenti, proprio riguardo il cibo più diffuso. Nonostante gli ordini ricevuti dall’alto, un detective continuerà a indagare fino a scoprire la spaventosa realtà. Il pianeta delineato dalla sceneggiatura non è una fiduciosa previsione tecnologica, al contrario, è piuttosto una predizione di un’apocalisse lenta e dolorosa, di cui l’umanità e la sua fame inarrestabile sono gli unici responsabili. Ma non è neanche vero che 2022: i sopravvissuti è un inno all’ecologia e al rispetto per l’ambiente. Sebbene sia presente una certa dose di nostalgia nei confronti del mondo che fu, il fil rouge di fondo sembra in realtà essere un certo pessimismo ontologico, sia verso l’evoluzione del mondo che sulla natura del genere umano. In altre parole, il nodo centrale non è tanto la risoluzione del caso, quanto la consapevolezza che la lotta sarà tanto dura quanto inutile, proprio per l’incapacità degli uomini non solo di fidarsi gli uni degli altri, ma anche di raggiungere un livello comunicativo accettabile ed efficace. Il grido finale raggiungerà finalmente il suo scopo? Che l’interesse non sia tanto l’indagine fantascientifica quanto quella sociologica può essere dimostrato anche dal fatto che mentre tanto impegno è stato investito nella descrizione melanconica del mondo “com’era”, sono invece molto limitati gli inserti di effetti speciali, che al contrario invadono gli schermi in film contemporanei a questo. Ancora di più, però, è curata la descrizione subdola e inesorabile della (pessima) natura umana. I personaggi che si avvicendano sullo schermo sono di volta in volta: potenti in cerca di denaro, poveri affamati pronti a tutto, sciacalli di appartamenti (e non solo), uomini nostalgici ma incapaci di ribellarsi e donne impassibili di fronte all’indegno trattamento loro riservato. È difficile, dunque, trovare l’ottimismo nell’umanità necessario a promuovere cambiamenti completi: anche poste davanti alla realtà dei fatti, le persone non riescono ad avere un dialogo costruttivo. Le sequenze svolte negli ambienti liminali (il Tempio, la fabbrica) sono quelle meglio riuscite, soprattutto perché sono quelle in cui più si ricerca il pathos di una pregnanza filosofica tanto tragica quanto inconsistente fino alle suddette sequenze. L’impegno dimostrato è capace di provocare tenerezza e, a tratti, un sorriso, dovuto alla non appropriatezza dei mezzi utilizzati. Un sorriso amaro di chi vede il cinema con gli occhi del 2014, ma sa che, in una certa misura, 2022: i sopravvissuti non aveva tutti i torti.
2022: i sopravvissuti [Soylent Green, USA 1973] REGIA Richard Fleischer.
CAST Charlton Heston, Edward G. Robinson, Leigh Taylor-Young, Chuck Connors.
SCENEGGIATURA Stanley R. Greenberg. FOTOGRAFIA Richard H. Kline. MUSICHE Fred Myrow.
Fantascienza, durata 97 minuti.