Il silenzio lontano dagli uomini
Nel mezzo di una radura rocciosa incastrata fra le aride montagne algerine, l’ex combattente Daru ha deciso di dedicare la sua vita all’insegnamento. Dentro una scuola improvvisata, insegna ai giovani studenti a leggere e a scrivere finché un giorno non gli viene consegnato un prigioniero algerino reo di aver ucciso un suo cugino. Daru diventa così la persona deputata a scortarlo al vicino villaggio in attesa della sentenza di morte ma l’umanità dell’insegnante gli impedirà di portare a termine la missione.
Tratto da un racconto di Albert Camus intitolato L’ospite e uscito nel 1957, Loin des hommes (letteralmente “Lontano dagli uomini”) del regista francese David Oelhoffen è una tessera del puzzle che compone la guerra franco-algerina a cavallo fra anni ’50 e ’60 ed è forse uno dei racconti meno cruenti mai visti sul tema del conflitto armato. Volutamente i due protagonisti vengono lasciati soli, lontano da quegli uomini che intorno a loro stanno combattendo per l’indipendenza dell’Algeria, totalmente immersi in un percorso tanto fisico quanto interiorizzato che li porterà, in poco tempo, a dover decidere delle loro vite e del loro futuro. In questo sentiero inserito nella strada maestra della Storia, i due incontreranno la guerra, ma solo come momento di passaggio fra silenzi e campi lunghi: sarà la solitudine e non il richiamo delle armi ad unire queste due anime, boia e vittima di un sistema al collasso. Inserito nel concorso si Venezia 71, il film di Oelhoffen ne è uscito a mani vuote, tranne il premio dell’”Associazione Cattolica Mondiale della Comunicazione”, a causa della parziale incapacità di trasferire l’interiorità dei personaggi al di fuori dei corpi dei personaggi. Ma un viaggio dell’anima che solo incidentalmente incrocia il dinamismo e il dramma, difficilmente può essere girato come un qualunque prodotto hollywoodiano e anche se la precisa alternanza fra piani stretti e campi lunghissimi richiama al western e al mito del reietto coraggioso che si contrappone alla wilderness, non si scampa ad un senso diffuso di noia in parte riabilitato dal senso profondo del loro viaggio che, però, con buona pace del regista, è da riconoscere a Camus. Certo Viggo Mortensen nei panni del solido Daru è un personaggio non comune nella cinematografia mondiale e le musiche realizzate dal chitarrista di Nick Cave, Warren Ellis, descrivono l’atmosfera in maniera perfetta ma manca quel pizzico di coraggio che invece possiedono autori come Nuri Bilge Ceylan e film come C’era una volta in Anatolia: il silenzio, per essere espressivo, ha bisogno di un occhio che sappia catturarlo.
Loin des hommes [id., Francia 2014] REGIA David Oelhoffen.
CAST Viggo Mortensen, Reda Kateb.
SCENEGGIATURA David Oelhoffen. FOTOGRAFIA Guillame Deffontaines. MUSICHE Nick Cave, Warren Ellis.
Drammatico, durata 110 minuti.