SPECIALE ALEXANDRE DESPLAT
Scomodi segreti
L’individuo è braccato dal suo destino, è solo, ma allo stesso tempo è circondato da persone che lo seguono, lo osservano, lo manipolano annientando la sua singolarità: una costante nella filmografia di Polanski che anche in L’uomo nell’ombra ritorna a regalarci l’ennesimo incubo contemporaneo in cui tutti potremmo trovarci.
L’uomo è anche qui un manichino nelle mani delle donne che spingono e governano la vicenda: infatti la componente femminile è spesso nel cinema del regista polacco fonte e soluzione del mistero e uno dei pochi punti fermi. Polanski però, non è un regista misogino che denigra la donna, anzi, la eleva, facendole sì impersonare “il male” ma solo per dimostrane la sua importanza nella Storia. È una vera ossessione che in L’uomo nell’ombra riesce a regalare a Ruth, la moglie dell’ex Primo ministro, il ruolo cardine del colpo di scena finale. La fantapolitica della trama è un pretesto per denunciare la finta alienazione di oggi: l’”esilio” volontario in quell’isola che però non riesce a riparare dal mondo, se non per pochi momenti, e la solitudine aspirata che lentamente viene brutalizzata dall’esterno. Un vero thriller fatto da classici meccanismi mentali a incastro, che ti permettono di tirare le somme per comprendere il finale macchiavellico in cui, per forza, l’uomo dovrà sacrificarsi in nome della verità e della nostra incolumità. Le atmosfere rarefatte e disperate funzionano anche grazie alle musiche magnetiche e mai invasive di Alexander Desplat, soprattutto il tema principale che ritorna ossessivamente e tragicamente nel fuori campo dell’ultima inquadratura del film. Lo stato d’animo dei protagonisti è avvolto nelle note ipnotiche della colonna sonora, che aderiscono perfettamente al paesaggio inquietante dell’isola. L’uomo nell’ombra è anche una confessione per Polanski: sono io quell’uomo che si nasconde ma sa di essere sotto i riflettori e che in qualunque momento può essere catturato, tutti attendono una mia mossa sbagliata per far riemergere il mio doloroso passato fatto di errori imperdonabili. Il ghostwriter deve occuparsi dell’individuo in quanto tale, del suo passato, delle sue esperienze di vita, deve spogliare il politico per riportarlo alla quotidianità, non per insabbiare i suoi presunti crimini, ma per dimostrare che è uno tra tanti e, soprattutto, “un onesto cittadino”. L’importante è sempre impregnare delle pagine bianche con l’inchiostro della verità, per non rischiare che venga spazzata via da una folata di vento. Arriverà comunque qualcuno a cercare di eliminare le prove ma, se si è disposti a credere ad ascoltare, la verità sarà difficile da calpestare.
L’uomo nell’ombra [The Ghost Writer, Francia 2010] REGIA Roman Polanski.
CAST Ewan McGregor, Pierce Brosnan, Kim Cattrall, Olivia Williams, James Belushi, Timothy Hutton.
SCENEGGIATURA Robert Harris, Roman Polanski. FOTOGRAFIA Pawel Edelman. MUSICHE Alexandre Desplat.
Thriller, durata 131 minuti.