SPECIALE ALEXANDRE DESPLAT
Sinfonia di una creazione
Delft, 1665. Labbra rosse, turgide. Pelle di porcellana. Colori vibranti, puri. Lei è Griet – qui interpretata da Scarlett Johansson -, la ragazza con l’orecchino di perla al servizio della famiglia Vermeer, musa ispiratrice del pittore olandese.
Lento, inesorabile e misterioso, come solo l’“atto creativo” sa essere, questo è contenutisticamente e narrativamente il film di Peter Webber La ragazza con l’orecchino di perla – ispirato all’omonimo romanzo di Tracy Chevalier -, che prende la forma plastica e criptica di un quadro disperato e impenetrabile. L’opera racconta la creazione di uno dei dipinti più noti di Johannes Vermeer, mostrando il fermo immagine di quella giovane donna che guarda e col suo sguardo trapassa. Webber costruisce un film, presentandoci Vermeer/Colin Firth e la sua arte, a poco a poco, come quando si alza un velo e si percepisce il “Segreto” sotto di esso. Fa da contrappunto alle immagini la partitura minimalista di Alexandre Desplat, che appoggia e sostiene con note cristalline il dramma doloroso della creazione, dell’amore sbagliato e impossibile. Difficile da spiegare, ma musica e immagini sembrano nate, cresciute e fatte l’una per le altre, mettendo in scena un idillio delicato e tenero, struggente e sconsolato. L’orchestrazione esprime il groviglio della mente demiurgica, lo spirito che getta tutto se stesso sulla tela, creando forme (quelle di Griet) e “interpretando” luci e ombre (quelle delle studio segreto di Vermeer). Il lavoro di Webber e Desplat decodifica la Nascita e la Morte, insita nell’arte del pittore e nell’atto creativo tout court, nella corrispondenza di amorosi sensi tra il pittore e la sua musa – torna in mente il volto proteso verso il cielo dell’intensa Johansson che pare uscito da un suo quadro. Desplat è in grado di dare equilibrio perfetto all’opera filmica, di per sé inesorabilmente lenta, riuscendo a commuovere con il lirismo delle sette note, che costruiscono un dramma in costume, a volte epico e struggente. La colonna sonora aggiunge, non toglie nulla, anzi quasi dà alle immagini maggior senso. Questo lavoro dimostra la sensibilità del compositore che orchestra le emozioni dei protagonisti: la trama musicale accresce la profondità della vicenda quando essa raggiunge i momenti di massima tensione, sa essere delicata quando deve toccare lo spirito che ribolle dell’artista, dolcemente sensuale quando indaga le pieghe del corpo di Griet, mossa dall’impeto conoscitivo del suo padrone. La ragazza con l’orecchino di perla, grazie anche alla bravura di Desplat, è uno di quei casi in cui musica e immagini sono fuse in un abbraccio intenso, l’una trascinando l’altra nel flusso della storia.
La ragazza con l’orecchino di perla [Girl with a Pearl Earring, Gran Bretagna/Lussemburgo 2003] REGIA Peter Webber.
CAST Colin Firth, Scarlett Johansson, Tom Wilkinson, Cillian Murphy, Essie Davis.
SCENEGGIATURA Olivia Hetreed (tratta dall’omonimo romanzo di Tracy Chevalier). FOTOGRAFIA Eduardo Serra. MUSICHE Alexandre Desplat.
Biografico/Drammatico, durata 100 minuti.