67° Festival del film Locarno, 6-16 agosto 2014, Locarno (Svizzera)
L’amore nell’era virtuale
Si nasconde nella luminosità di uno schermo che ha rimpiazzato la carta giallastra di una lettera o quella patinata di un bigliettino, nel suono della tastiera o di un sms in entrata, nella spettralità del digitare lettere sempre uguali, che non si consumano mai, uguali per tutti. In un’era in cui tutto è sempre più immateriale, il terrore di alcuni registi diviene quello di veder reso virtuale anche l’amore.
Dopo aver perso per strada carta e pellicola, il cinema sembra temere oggi uno spettro ben più terribile, quello dell’amore virtuale. Non parliamo solo di fantascienza alla Kaïro (il meglio noto Pulse di Kiyoshi Kurosawa), ma anche di drammi prettamente romantici. Se dovessimo trovare un capostipite, erigeremmo a monumento lo Spike Jonze di Her (ma anche del cortometraggio I’m Here), che arrivato ben dopo Antonioni ha saputo dare immagine e corpo all’evoluzione contemporanea dell’incomunicabilità.
Per la sezione Cineasti del Presente, dalla Corea del Sud arriva l’opera prima di Jang Woo-jin, Sae-Chul-Bal (A Fresh Start), ritratto di una gioventù negli anni dell’università, facoltà di lettere nello specifico, che trova l’unica fonte di comunione nella condivisione di alcool, senza riuscire altrimenti a comunicare. Separati da telefonini che erigono muri di superficialità, due di loro si troveranno congiunti da quel che gli resta di istintivo. Se la matematica dell’attrazione li lega fisicamente da subito, qualcosa poi li tiene ermeticamente chiusi in se stessi. Ma le conseguenze del più primitivo gesto d’amore li condurranno a far fronte a questa incapacità di apertura e condivisione. Tra repulsione e attrazione, i due sembrano spinti all’unione da una forza più grande. Comunicare si trasforma lentamente in condividere, e infine in scoprire, potenzialmente capire, amare. I due – come fiori sbocciati in una pioggia d’aprile – rivelano così tra le lacrime i colori più belli della loro anima, inneggiando nel pianto alla vita e a un nuovo inizio. Il cortometraggio Kookaburra Love di Sjoerd Oostrik (sezione Pardi di domani) è, come Her, anche un esercizio stilistico, e seppur più semplice, non risulta meno elegante. Una cronologia di testi “whatsapp” che ripercorrono poco a poco lo scemare degli ultimi mesi di una relazione scorre in sovrimpressione su delle immagini apparentemente casuali. Le immagini che accompagnano questo susseguirsi di messaggini “whatsapp” sono truci, come la fine di una storia. Vita e morte sono richiamate con violenza dal campo visivo, sfondo di una comunicazione che resta virtuale, totalmente in absentia. Le immagini esprimono forza e vitalità, in netto contrasto alle parole d’amore che sembrano soffocare poco a poco… Si dà così corpo a due melodie opposte, che paiono rispondersi tra vuoti e assenze dando corpo al vero rigo del film. Una musica che non può che lasciare sconvolti, risuonando al fondo della nostra cassa toracica, direttamente nel cuore.
Sae-Chul-Bal (A Fresh Start) [id., Corea del Sud 2014] REGIA Woo-jin Jang.
CAST Jae-won Heo, Hye-Rin Lee, Ji-Hyeon Woo.
SCENEGGIATURA Woo-jin Jang, Da-Hyun Kim.
Drammatico, durata 94 minuti.
Kookaburra Love [id., Olanda 2013] REGIA Sjoerd Oostrik.
SCENEGGIATURA Sjoerd Oostrik. FOTOGRAFIA Tim Kerbosch. MUSICHE Mihkel Zilmer.
Cortometraggio, durata 19 minuti.