SPECIALE STANLEY KUBRICK
Fronti opposti?
Fronte occidentale, 1916. Convinto dalle lusinghe di una promozione, il Generale Mireau decide di sferrare un attacco alle linee nemiche, pur sapendo di avere scarse possibilità di successo. Vedendo i suoi uomini non riuscire a venir fuori dalla fossa della trincea, Mireau fa processare tre soldati dalla corte marziale, difesi soltanto dal ben più sensibile Colonnello Dax.
Le critiche che Stanley Kubrick ha mosso nei confronti delle guerre (di qualunque epoca e motivazione) non si esauriscono certo qui, anzi, probabilmente trovano il loro apice in titoli come Il dottor Stranamore e Full Metal Jacket. Ciò non toglie il merito a Orizzonti di gloria, tratto dall’omonimo romanzo di Humphrey Cobb, di saper rendere l’universalità della situazione raccontata e, per traslato, della critica. Il film al momento della sua uscita fu lungamente censurato in Francia, dove poté arrivare nelle sale solo nel 1975: il motivo è evidente, ma da questo episodio si evince la poca attenzione che il film ricevette. Esso infatti non è una critica o una presa di posizione nei confronti dell’esercito francese, bensì verso tutti gli apparati bellici globali: la nazionalità è solo ripresa dal libro e da fatti bellici reali. A ben vedere infatti (sicuramente il bianco e nero ha aiutato in questo) sono sistematicamente annullate le differenze tra le varie provenienze degli eserciti. O meglio, l’esercito nemico non compare mai e sulle uniformi dei soldati non campeggiano stemmi particolarmente visibili che ne identifichino la provenienza. Solo una bandiera precariamente attaccata alle spalle della corte marziale indica la nazionalità dell’esercito; anche l’inno nazionale che accompagna i titoli di testa finisce con l’assomigliare ad una marcetta militare più che ad un inno nazionale. In più, ricordiamocelo, il film parla dello scontro tra Francia e Germania e non solo i titoli di testa usano un font di ispirazione gotico-sassone (come quelli che compariranno spesso in Heimat di Edgar Reitz), ma le riprese furono effettuate interamente in Germania, tra la Baviera e i dintorni di Dachau ed è la voce di una giovane tedesca a provocare la commozione dei soldati francesi nel finale. Quello che traspare dalle maglie del racconto di Kubrick e dai suoi continui cambi di prospettiva è che non esiste differenza tra i fronti opposti e che quindi, alla fine dei conti, lo scontro tra i due eserciti non è più aspro di quello interno ai singoli schieramenti.
Orizzonti di gloria [Paths of Glory, USA 1957] REGIA Stanley Kubrick.
CAST Kirk Douglas, Ralph Meeker, Adolphe Menjou, George Macready, Wayne Morris.
SCENEGGIATURA Stanley Kubrick, Calder Willingham, Jim Thompson (tratta dal romanzo omonimo di Humphrey Cobb). FOTOGRAFIA George Krause. MUSICHE Gerald Fried.
Guerra/Drammatico, durata 86 minuti.