Ineluttabilità
Nel deserto della distribuzione estiva, può anche capitare che un film di richiamo abbastanza forte, e pure ben fatto e interessante, non sia solo un miraggio per cinefili, come la tipica oasi rigogliosa delle barzellette; è il caso di Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie, seconda puntata della saga inaugurata nel 2011 da L’alba del pianeta delle scimmie.
Siamo dieci anni dopo gli avvenimenti raccontati nel primo film, periodo in cui sono successe novità abbastanza rilevanti, come la quasi totale estinzione del genere umano a causa del virus già apparso in precedenza, oppure come la capacità delle scimmie di organizzarsi in una società relativamente complessa. A capo di questa comunità, Cesare, lo scimpanzé protagonista di L’alba del pianeta delle scimmie, ora diventato carismatico e tormentato capo e personaggio principe pure di questa seconda puntata. In cabina di regia il passaggio da Rupert Wyatt a Matt Reeves si è fatto sentire, non tanto per differenze qualitative assolute tra i due film, entrambi -in maniera diversa – riusciti e coinvolgenti, quanto appunto per l’essenza delle opere stesse (infatti, Wyatt ha rinunciato proprio per l’idea contrastante con la Fox del seguito della saga). Se L’alba era infatti più intimista e più vicina al racconto di formazione, e sotto certi aspetti più convenzionale nella narrazione, Apes Revolution presenta un tono decisamente più epico, non tanto lontano dalle tematiche e dalle conseguenze della tragedia. Quello che più affascina dell’opera, al di là del coinvolgimento e del divertimento immediato tipico del macro genere, è proprio quell’atmosfera di ineluttabilità storica e di inevitabilità del fato che sembra controllare dall’alto le vicende, rendendo vani e utopici i tentativi di fare andare le cose diversamente, e inchiodando il protagonista a responsabilità storiche non desiderate. Questo, nonostante l’intoppo di qualche schematismo di troppo nella divisione buoni/cattivi e in certi passaggi narrativi, si sposa con le atmosfere e le ambientazioni apocalittiche con le quali Reeves aveva già mostrato particolare dimestichezza nel cult Cloverfield, e che qui contribuiscono a sottolineare l’essenza dell’opera, veicolo di un disincantato e pessimista realismo storico e politico. Reeves, del resto, regala un paio di sequenze di sicuro impatto e anche di grande cinema, come la straordinaria soggettiva “mobile” di Koba durante l’assedio dell’avamposto umano. Infine, a contribuire alla riuscita e all’impatto dell’opera, l’efficace uso della performance capture Weta, che raggiunge uno dei punti di coinvolgimento emotivo più alti.
Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie [Dawn of the Planet of Apes, USA 2014] REGIA Matt Reeves.
CAST Andy Serkis, Jason Clarke, Keri Russell, Gary Oldman, Toby Kebbell.
SCENEGGIATURA Marck Bomback, Rick Jaffa, Amanda Silver. FOTOGRAFIA Michael Seresin. MUSICHE Michael Giacchino.
Fantascienza/Azione, durata 130 minuti.