33° Premio Sergio Amidei, 18-24 luglio 2014, Gorizia
Amidei 2014: and the winner is…
Il tempo lunatico non ha impedito che anche questa 33° Premio Internazionale alla Migliore Sceneggiatura Cinematografica “Sergio Amidei” abbia avuto il consueto successo, animato da retrospettive e sezioni di grande interesse sia storiografico che di immediato piacere della visione, e arricchito, tra un film e l’altro, dall’allegra convivialità fornita dalla piccola osmiza “Casa Zoran”.
Il premio è stato assegnato dalla giuria al toccante Still Life di Uberto Pasolini, con le seguenti motivazioni: “(…) essenziale e vitale come un respiro, affronta temi capitali con sobrietà e delicatezza, affermando il valore della vita di ciascuno e la possibilità di riscatto per tutti. Con mano ferma e leggera, Pasolini trasforma la vita incolore di un uomo qualunque (…) in una storia toccante e ricca di significati. Per l’originalità del soggetto, per la scrittura capace di tratteggiare con sensibilità e sapienza personaggi e situazioni, per la forza e la profondità del messaggio e per l’attenzione alle esistenze meno illuminate (…)”. Oltre al concorso internazionale, grande originalità hanno caratterizzato le retrospettive, capaci di puntare la luce dei riflettori su generi e stagioni, passate e presenti, che, nonostante abbiano creato numerosi cult, mai davvero hanno avuto piena cittadinanza nel nostro cinema, rimanendo un po’ in disparte anche nei canoni storiografici ufficiali e nei listini della distribuzione: stiamo parlando dell’horror politico degli anni Sessanta e Settanta, e dell’horror underground degli ultimi anni. La prima sezione – Stato di eccezione. L’horror politico italiano (1963-1977) – ha permesso di scoprire e riscoprire film che, con la forza della metafora orrorofica, vuoi soprannaturale, vuoi più realista, nascondevano le piaghe delle tensioni sociali, culturali e politiche del periodo. Per fare alcuni esempi, La corte notte delle bambole di vetro (1971) di Aldo Lado e Hanno cambiato faccia (1971) di Corrado Farina – presenti entrambi al festival –, Gran bollito (1977) di Mauro Bolognini. Lo Spazio Off. Italian Indie Horror ha invece presentato prodotti di registi come Ivan Zuccon (Wrath of the Crows), Lorenzo Bianchini (Oltre il guado), Edo Tagliavini (Bloodline) e l’antologico 17 a mezzanotte ideato da Davide Pesca, abili a dare, in maniere differenti, nuovi sguardi sulla “paura”, nonostante il disinteresse mostrato dalla nostra industria, a cui fa da contraltare un certo successo all’estero. Non poteva mancare, inoltre, un omaggio completo al compianto Carlo Mazzacurati, regista a cui, forse, è mancato il capolavoro, ma che ha realizzato una serie di ottimi film capaci di partire dalla rappresentazione della provincia per parlare – con tono sommesso ma incisivo, malinconico e divertente – della nostra società in generale. Infine, la rassegna La Grande Guerra. L’occhio del cinema ha ricordato, mostrando una selezione di film, alcuni conosciuti e altri quasi introvabili, che hanno raccontato il grande massacro della Prima Guerra Mondiale.