Una trasposizione senza cervello
Di film ispirati alle vecchie serie tv ce ne sono molti e hanno tutti un approccio diverso al materiale originale: c’è il remake divertito e ironico (Starsky & Hutch), c’è quello più fedele (The A-Team) e infine c’è l’appropriazione totale di 21 Jump Street, col suo sequel che, coerentemente, si intitola 22 Jump Street.
È inutile stare a elencare le differenze e le continuità che lo legano con la serie originale: la nuova Jump Street è una creatura di Jonah Hill e come tale bisogna analizzarla. 22 Jump Street è un buddy cop movie piuttosto prevedibile nello svolgimento e nell’uso che fa degli stereotipi. C’è il poliziotto grasso e pasticcione sorretto costantemente da quello più alto e atletico ma ugualmente stupido. Jonah Hill e Channing Tatum (la divisione dei ruoli ve la potete immaginare) sono l’ultima ruota del carro del dipartimento di polizia, due agenti slapstick perennemente bistrattati dai tremendi superiori, prima il capitano Hardy (un Nick Offerman che fa solamente l’espressione che lo ha reso famoso) e poi il capitano Dickson (l’ugualmente mono-espressivo Ice Cube). L’incipit è lo stesso del primo film: dopo aver fallito un arresto, la coppia di agenti è spedita alla Jump Street, un dipartimento specializzato in infiltrazioni di agenti particolarmente giovanili nelle scuole al fine di intercettare spacciatori e fermare la vendita di droga agli studenti. “Fate quello che avete fatto l’altra volta e tutti saranno contenti”, spiega il capitano Dickson mentre fa il briefing della missione. Una nuova droga chiamata “why fhy” si è diffusa nel college locale e i due agenti dovranno scoprire chi la sta spacciando infiltrandosi in una confraternita studentesca. Il tentativo di vincere ripetendo le azioni compiute nel primo film è un filo conduttore importante nell’intreccio di 22 Jump Street, che dà il meglio di sé quando si prende in giro da solo. Esso crea l’occasione per una lunga serie di battute e colpi di scena autoreferenziali e platealmente “meta”, non particolarmente brillanti ma comunque più raffinati dell’umorismo da film sexy goliardico che permea la prima metà del film. La sorpresa di 22 Jump Street è una sceneggiatura dalla struttura ben pensata che, al di là dei singoli sketch, dà i frutti solo nella seconda metà, quando si tirano i fili della trama e anche gli elementi apparentemente insignificanti ritornano sullo schermo e si caricano di senso. Nonostante ciò, 22 Jump Street non è un film del tutto riuscito. Si può anche chiudere un occhio sulla scarsa qualità delle scene d’azione, il problema più evidente è che Jonah Hill non riesce a reggere da solo tutto il peso della parte comica, confermandosi più efficace come spalla che come protagonista.
22 Jump Street [id., USA 2014] REGIA Phil Lord, Christopher Miller.
CAST Jonah Hill, Channing Tatum, Peter Stormare, Wyatt Russell, Jillian Bell, Ice Cube.
SCENEGGIATURA Michael Bacall, Oren Uziel, Rodney Rothman. FOTOGRAFIA Barry Peterson. MUSICHE Mark Mothersbaugh.
Comico/Poliziesco, durata 112 minuti.