SPECIALE 33° PREMIO SERGIO AMIDEI
Vivendo il sogno italiano
Da un fortuito incontro nasce l’istantanea e controversa amicizia tra Bruno e Roberto: il primo è un giovane uomo irriverente e navigato, con tanta voglia di forgiare un giovane come Roberto alle prese con paure e insicurezze giovanili.
Sullo sfondo del panorama laziale e toscano, i due partono per un viaggio che si rivelerà una profonda riflessione su due concezioni della vita diametralmente opposte. Caldo torrido, strade polverose e paesaggi frammentati fanno da sfondo al viaggio dei due amici appena conosciuti. La costruzione del racconto permette di individuare due livelli narrativi, tali da mettere in primo piano il controverso scambio di ideali tra i due protagonisti. La commedia amara di Dino Risi diventa un doppio specchio per la società contemporanea, in cui il fascino e l’attrazione vengono principalmente esercitati da uno stile di vita che nega le esperienze nazionali del decennio precedente. L’inseguimento di un sogno e di un’irrefrenabile libertà civile e personale che non tenga conto della realtà circostante finirà con lo scontrarsi con un mondo che non può o non è capace di adattarsi alle aspettative di una classe sociale in corso di affermazione, abituata a vivere al limite, e di un ragazzo pronto a misurarsi con le sue insicurezze e domande esistenziali. La dimensione del viaggio e della strada dà al rapporto, a tratti ambiguo, tra i due conoscenti la forma di una vera e propria crescita attraverso varie tappe e personaggi che strutturano il viaggio stesso. Personaggi familiari e quotidiani, canzoni conosciute e paesaggi ben riconoscibili compongono un quadro sociale che mette in risalto i suoi status symbol. Soprattutto l’automobile costituisce il nodo focale del film, vero e proprio motore dell’azione: le dà avvio, ne delinea lo sviluppo e, infine, ne impone il termine, come volesse risvegliare bruscamente da un sogno o quantomeno un’illusione. Il mezzo si pone come la condensazione di quella società che si staglia sullo sfondo dei protagonisti, rendendo così esplicito il suo ruolo (intradiegetico ed extradiegetico) nella vita degli individui. La società ed i suoi valori, attraverso il simbolo motorizzato, si rendono allo stesso tempo lo sfondo e la condizione sine qua non per lo sviluppo del film. Con un grande sorriso a doppio taglio Dino Risi si impone tra i registi di una critica pungente, propria di un momento storico e sociale che ha caratterizzato l’intera nazione. Gassman e Risi assurgono a binomio di riferimento per una tendenza cinematografica definita, in modo da creare un’identità che superi i confini stabiliti e che metta a sistema cinematografie diverse ma unite da uno stesso momento storico entro cui muoversi.
Il sorpasso [Italia 1962] REGIA Dino Risi.
CAST Vittorio Gassman, Jean-Louis Trintignant, Catherine Spaak, Claudio Gora.
SCENEGGIATURA Dino Risi, Ettore Scola, Ruggero Maccari. FOTOGRAFIA Alfio Contini.
MUSICHE Riz Ortolani.
Commedia/Drammatico, durata 108 minuti.