15° Maremetraggio – International ShorTS Film Festival, 28 giugno – 5 luglio 2014, Trieste
Il nuovo che avanza
Maremetraggio – International ShorTS Film Festival ha dedicato la prospettiva 2014 a Elena Radonicich. Dopo Luca Marinelli, Alba Rohrwacher, Michele Riondino e Andrea Bosca è stata la volta di un’attrice emergente che si sta affermando velocemente nel panorama cinematografico. A Trieste è stata presentata la sua recentissima carriera professionale, attraverso tre cortometraggi e un lungometraggio.
Diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia in Roma nel 2009, si è da subito distinta per il suo talento e Maremetraggio ha deciso di puntare tutto su di lei, nella speranza che porti fortuna come ai colleghi che l’hanno preceduta. Presentata al pubblico con le opere La determinazione dei generi, Rambo e Milena, Veruska e Tutto parla di te, Elena Radonicich si racconta con queste parole: “spesso ho il coraggio della sprovveduta che si butta a capofitto con curiosità e voglia d’imparare”. Ed è quello che traspare nel suo film più riuscito, Tutto parla di te, diretto da Alina Marazzi – già sua insegnante al CSC – e con Charlotte Rampling. Affiancata da un’attrice “ingombrante”, la Radonicich mette in scena tutto il suo talento in una prova di assoluta intensità emotiva. Il film racconta la storia di Pauline (Rampling) che torna nella sua città natale, Torino, dove dirige un Centro per la maternità. Qui incontra Emma (Radonicich), una giovane mamma danzatrice in crisi profonda: il rapporto che si creerà tra le due aiuterà entrambe. A metà tra fiction e documentario, l’opera di Marazzi si addentra nei meandri dell’animo femminile materno e la Radonicich è brava a coglierne tutte le sfumature. “La chiave per tale personaggio sfuggente e interiorizzato l’ho cercata, non essendo realmente madre, in quelle situazioni di vita che generano sensazioni opposte. Nel senso non di eroina tragica ma di persona comune”. Sono queste le parole con le quali la giovane attrice cerca di spiegare la sua immedesimazione nel personaggio. Immedesimazione che è chiaramente visibile anche nei tre cortometraggi presentati, La determinazione dei generi, Rambo e Milena e Veruska. Il primo, diretto da Ivan Silvestrini, è quello di maggior impatto visivo, e narrativamente parlando, quello più coraggioso. Tre amici all’ultimo anno delle superiori decidono di buttarsi sulla più carina della classe (Radonicich), ma la situazione degenera e niente sarà più come prima. Una Radonicich ancora molto giovane – il corto è del 2008 – ma già con le idee chiare e pronta a lasciare il segno. Le altre due opere, rispettivamente di Margherita Ferri (2010) e di Lucio Pellegrino (2013), la indirizzano verso generi diversi ma sempre ben riusciti. Ora, ha da poco terminato le riprese del film tv Mennea a fianco di Michele Riondino e sta ultimando Alaska, nuova opera di Claudio Cupellini con Elio Germano. Due lavori che potrebbero consacrarla definitivamente come il nuovo nome del cinema italiano.