Alle origini di un mito
Floyd Gottfredson sta a Topolino come Carl Barks sta a Paperino. O forse fu anche di più: non per differenze di valore -stiamo parlando di due giganti assoluti- ma per il fatto che mentre Barks raccolse un Paperino sotto certi aspetti già definito, Gottfredson partì quasi da zero.
Il disegnatore-sceneggiatore è stato infatti colui il quale accompagnò il topo nell’età adulta, definendone caratteri e caratteristiche che saranno poi radicate e conosciute nei decenni successivi. Il viaggio percorso insieme da Mickey Mouse e Gottfredson fu lungo: iniziato nel 1932 (quando Topolino aveva quattro anni), continuò fino agli anni cinquanta con tavole settimanali, qualche storia tradizionale e indipendente e soprattutto con le strisce quotidiane, allo stesso tempo autoconclusive e tasselli di una storia più vasta, pubblicate sui quotidiani. Topolino e i pirati, secondo volume edito dalla Rizzoli Lizard dopo Topolino e la valle incantata in quello che è un progetto mirato a pubblicare le strisce del fumettista in ordine cronologico, raccoglie le avventure scritte e disegnate dal nostro tra il 1932 e il 1934, corredate da un’introduzione a ciascuna storia e da saggi storico/critici. Lo schema è quello, già accennato, delle strisce allo stesso tempo autoconclusive e parte di un intreccio vasto. L’indipendenza delle strisce ha quasi sempre un fine comico, innescando la gag o la battuta ironica, e meno di frequente (per esempio in Topolino e i due ladri, 1932) un fine educativo e pedagogico. Ci troviamo di fronte ad un Topolino in piena fase di evoluzione: ancora un po’ cialtrone e spensierato, inizia pian piano a essere la persona responsabile, generosa e coraggiosa che conosceremo; inizia, insomma, ad essere l’eroe senza macchia e paura, o il detective infallibile (l’esordio del topo nel ruolo ufficiale di investigatore è in Topolino poliziotto e Pippo suo aiutante, 1933/34, storia che vede anche l’esordio di Pippo come spalla principale). Rilette oggi sono storie, alcune più dichiaratamente avventurose altre con un maggiore intreccio di toni, tutt’altro che ingenue, che per nulla hanno perso la loro freschezza e il loro impatto: la comicità dialoga, volendo fare riferimenti cinematografici, sia con lo slapstick (e qua e là riecheggia Buster Keaton), sia con le sferzanti battute della “sophisticated” (per esempio, lo straordinario ironico e disincantato Musone in Topolino aviatore, 1933, capolavoro per l’intreccio perfetto tra comicità e avventura tragica). Inoltre sono storie con più di un piede nell’attualità, adatte anche a un pubblico adulto: oltre alle ambientazioni legate alle devastazioni della grande depressione, ci sono riferimenti diretti a situazioni tragiche di allora, impensabili, perlomeno in maniera così esplicita, nel fumetto Disney dei decenni successivi (per esempio, il linciaggio rischiato da Orazio per mano della folla inferocita in Topolino e i due ladri). Infine, interessante è il comparto critico/storico, perla di un volume che è per gli appassionati imperdibile.
Topolino e i pirati [Mickey Mouse Sailors for Treasure Island, USA 1932] TESTI E DISEGNI Floyd Gottfredson.
PUBBLICATO DA Rizzoli Lizard, b/n e a colori, 280 pagine.