SPECIALE CLINT EASTWOOD
Un omaggio (troppo) misurato
Tratto dal musical di Marshall Brickman e Rick Elice, il nuovo lavoro di Clint Eastwood è un film che vuole essere assolutamente piacevole e scorrevole, proprio come le canzoni del gruppo che omaggia e del quale racconta la storia: i The Four Seasons, band musicale italoamericana attiva dalla metà degli anni ’50 in poi.
In Jersey Boys tutto concorre alla gradevolezza dell’insieme, dall’ampio utilizzo dei celebri brani dei protagonisti alla raffinata estetica visiva che evoca elegantemente le atmosfere degli anni ‘50/’60, fino al mix di nostalgia e spensieratezza della narrazione. Quest’ultima, infatti, non nasconde i momenti più drammatici e gli aspetti più critici della vita del quartetto, ma tenta comunque di edulcorarli o, più semplicemente, di non approfondirli: l’amicizia con la mafia del New Jersey e i furtarelli commessi in gioventù vengono descritti con affettuosa e ponderata ironia, mentre le separazioni e i lutti sono risolti velocemente, senza scavi psicologici né retorici sentimentalismi. Non è un caso che ad essere privilegiato sia piuttosto il tema del senso d’appartenenza alla propria comunità e alle proprie origini, tanto che l’opera sottolinea spesso la quasi istintiva solidarietà, talvolta vissuta a distanza, tra vecchi amici e conoscenti anche nei momenti di maggiore dissenso e animosità. Dunque un film rassicurante che non vuole approfondire criticamente le vicende della band o travolgere emotivamente lo spettatore, ma che cerca piuttosto di accompagnarlo in un’epoca passata con la massima fluidità possibile, senza che nessun elemento possa disturbare eccessivamente la piacevolezza della visione. Nemmeno i momenti in cui i singoli protagonisti-narratori si rivolgono direttamente al pubblico hanno la funzione di rendere l’opera più stratificata e complessa o di coinvolgere maggiormente lo spettatore, ma piuttosto di raccontare e testimoniare serenamente un passato che non potrà ritornare e che, di conseguenza, va ricordato con cauta nostalgia ma senza forti emozioni o distanza analitica. Purtroppo, l’insieme è così leggero e misurato che rischia di rendere l’opera eccessivamente frivola e dimenticabile: infatti, ci troviamo di fronte ad un Eastwood minore e decisamente lontano dai suoi lavori più importanti e maturi; un omaggio a tratti privo di verve e consistenza, ma complessivamente dignitoso e che raggiunge pienamente i suoi (pochi) obiettivi.
Jersey Boys [id., USA 2014] REGIA Clint Eastwood.
CAST John Lloyd Young, Erich Bergen, Michael Lomenda, Vincent Piazza, Christopher Walken.
SCENEGGIATURA Rick Elice, John Logan. FOTOGRAFIA Tom Stern.
Biografico/Musicale, durata 134 minuti.