Cannes e dintorni, Milano, 13-19 giugno 2014
Sandra o bonus
Deux jours, une nuit è, come già scritto da molti, un film in minore. In minore non solo per i Dardenne, che stanno progressivamente spogliando il loro cinema dalla durezza originaria di contesti inumani, sbilanciando l’attenzione sulla dinamica emotiva della scena e del personaggio: in minore è anche il ricorso a risorse e elementi con cui il film viene effettivamente costruito, riducendo ulteriormente all’osso, se possibile, l’anonimato dei contesti, lo sfondo dell’azione, lo studio della macchina in movimento.
Queste rinunce inficiano il risultato complessivo? Per nulla: ci invitano anzi ad abbandonare lo stereotipo di spettatori che dai Dardenne si aspettano soltanto una fedeltà ai film del passato. Sandra è un’operaia in un piccolo centro della Vallonia belga, è appena uscita da un periodo di depressione e, due figli e un appartamento a carico insieme con l’amorevole e paziente Manu, scopre di essere oggetto di una crudele contrattazione aziendale per cui rischia di perdere il posto di lavoro. La crisi imperversa e, onde contenere le perdite, i sedici colleghi di Sandra sono stati costretti dai capi a votare: o rinunciano al bonus annuale di mille Euro ciascuno, o Sandra verrà licenziata. Spronata dal marito e da un paio di colleghi suoi alleati, Sandra accetta di impegnare il suo week-end – i due giorni più una notte che danno il titolo al film – per tentare di convincere la maggioranza dei compagni di lavoro a rinunciare al bonus. Il denaro non mente mai, e quei soldi servono a tutti proprio come a Sandra, così l’eterna lotta tra umano egoismo e divina solidarietà si gioca incessantemente sul filo di un rasoio. Sandra bussa alle case e alle vite degli altri, sa che nessuna logica le garantisce più diritti dei colleghi, ascolta e comprende molto bene le ragioni di tutti: nel meccanismo a ripetere con cui ogni volta mostra il fianco senza mendicare né pretendere, la sua fiducia accoglie barlumi di ottimismo e scossoni di doloroso scoramento. Sulla sua strada incontra e impara a fronteggiare distacco, rancore, violenza, commozione, vergogna, amicizia, addirittura aprendo gli occhi ad alcuni dei propri involontari antagonisti. Questo è Deux jours, une nuit: un racconto di resistenza. Più si procede più si comprende che, nel meccanismo infame della corsa contro il tempo, a contare davvero non sarà l’esito della vicenda, ma l’arco di trasformazione del personaggio. Quello che Sandra non può fallire è la necessità infatti di sopravvivere cambiando se stessa prima che il mondo. In un clima di crescente pessimismo, i Dardenne ci donano il lampo commovente della lotta, che come una scossa ci attraversa e ci riempie di coraggio, e speranza per il futuro.
Deux jours, une nuit [id., Belgio 2014] REGIA Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne.
CAST Marion Cotillard, Fabrizio Rongione, Pili Groyne, Simon Caudry, Catherine Salée.
SCENEGGIATURA Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne. FOTOGRAFIA Alain Marcoen.
Drammatico, durata 95 minuti.