Pronti? Via!
Staccare la spina, cercando magari di evadere dai problemi e dalle responsabilità che la vita ci costringe ad affrontare tutti i giorni, vivere la vita di qualcun altro: queste sono le basi su cui poggia Hotell, della svedese Lisa Langseth.
Seguendo uno stile pacato e obiettivo, la regista ci introduce in un mondo, quello della terapia di gruppo e dell’analisi psicologica, che costringe ad affrontare i propri fantasmi senza vergognarsi, in cui tutti potremmo ritrovarci, solo se disposti a conoscere le nostre emozioni. Erika, donna di successo sia professionale che sociale, dopo un parto prematuro di un bambino con lesioni celebrali, vede crollare il suo mondo perfetto. Inizia una terapia di gruppo in cui incontra altre persone che cercano di affrontare diversi traumi; durante una seduta i nuovi “amici” decideranno di scappare alla ricerca di una nuova vita, scegliendo di diventare chi si vuole con una semplice registrazione in hotel… Un po’ Idioti di Lars Von Trier e un po’ Ma che colpa abbiamo noi di Verdone, Hotell scava nella società contemporanea vittima, nonostante l’evoluzione tecnologica e sociale, dell’alienazione dell’individuo, argomento spesso affrontato dal cinema contemporaneo. Del film di Von Trier riprende il lato quasi documentaristico e la “disubbidienza” dei personaggi, cercando di far sorridere sulla disorganizzazione a cui porta l’autoterapia tra persone fragili come nel sottovalutato mix tragicomico di Verdone. La Langseth decide di alternare più registri, dal dramma interiore della protagonista con conseguente disfacimento morale alla commedia rintracciabile soprattutto nelle scene in cui il gruppo affronta le proprie ossessioni e i blocchi mentali, buttandosi nell’improvvisazione durante la vacanza premio. E così la donna di mezza età che odia il suo corpo riesce a fare sesso in un bagno con uno sconosciuto, l’uomo ossessionato dalle torture coinvolge tutti nelle pratiche Maya e Erika affronta attraverso l’uso di bambolotti la sua maternità sospesa. Tutto può essere nuovo e stimolante, dai prodotti del minibar agli incontri fatti nella hall degli hotel: si coglie la felicità che un individuo prova allontanando e rigettando i limiti imposti dagli altri. Erika rappresenta una perfetta calibrazione di scrittura: se all’inizio del film è bella, affascinante e sorridente man mano che la sua depressione aumenta diventa triste e il suo sguardo diventa buio, fino a ritornare ardente nel finale aperto ma riuscito. Hotell è il racconto di un’esperienza di vita. Non sarà originalissimo, ma racchiude una speranza e un segnale forte per il nostro oggi in cui, spesso, ci si dovrebbe ricordare di reagire.
Hotell [Id., Svezia 2013] REGIA Lisa Langseth.
CAST Alicia Vikander, David Dencik, Anna Bjelkerud, Mira Eklund, Henrik Norlén.
SCENEGGIATURA Lisa Langseth. FOTOGRAFIA Simon Pramsten. MUSICHE Johan Berthling, Andreas Soderstrom.
Drammatico, durata 95 minuti.