Cannes e dintorni, 13-19 giugno 2014, Milano
L’attesa delle nuvole
Clouds of Sils Maria è uno dei film più belli e riusciti di Olivier Assayas, coerente con il suo percorso ma capace di rilanciare, senza ripetersi, la riflessione sulla vita come esperienza in divenire, irriducibile alle pianificazioni, cui il potere della finzione riesce ancora a restituire un vivo bagliore di verità.
Maria Enders, attrice di lungo corso al centro di un divorzio, attraversa un momento fondamentale della propria esistenza: mentre è diretta in Svizzera con la giovane assistente Valentine per ritirare un premio a nome di Wilhelm Melchior, regista e drammaturgo suo mentore, l’uomo si suicida tra le montagne di Sils Maria; nelle stesse ore Maria viene approcciata dal giovane regista teatrale Klaus Diesterweg per interpretare il ruolo a cui, a meno di vent’anni, ella aveva fatto da antagonista proprio per Wilhelm. Nella storia dell’amore autodistruttivo tra Sigrid e Helena, Maria non sarà più la giovane carnefice libera e spietata, ma la donna matura esposta al desiderio e destinata al dolore: cosa della vita di Maria corrisponde al suo nuovo personaggio, ora che il tempo è passato e la parte di Sigrid è affidata a Jo-Ann Ellis, giovanissima attrice hollywoodiana al centro del gossip? Nella quiete di Sils Maria, in compagnia di Valentine che ben intuisce la sua ferita e verso la quale cresce una vaga e controllata attrazione, Maria dovrà trovare un punto di equilibrio tra quello che è stato e quel che non è più, capire che un testo teatrale si trasforma in relazione all’età e all’esperienza con cui lo si esplora, riconoscere un passaggio di testimone senza rinunciare alla grazia di una nuova stagione. Il racconto di un passato che si ripete, in un gioco di ricorrenze e riflessi continui che disvelano il legame e il conflitto tra arte e esistenza, amore e morte, parola e immagine, riesce in questo film a toccare un tale culmine di suggestione da scongelare gli occhi di chi guarda. Senza costrizioni autoriali, senza costruzioni a tavolino, poggiandosi sì su una sceneggiatura impressionante – specialmente nei dialoghi – ma magicamente celata dall’altissimo livello della recitazione, Sils Maria è una piccola sinfonia che cresce di minuto in minuto, così simile al serpente di nuvole che si forma e ondeggiando attraversa il Passo della Maloja sulle note del Canone di Pachelbel: la sua quiete apparente nasconde un’ambizione non comune. È la montagna un’altra grande protagonista del film: prima luogo di morte, poi rifugio dalla realtà, terra di silente rielaborazione che Assayas restituisce con una limpidezza quasi inarrivabile (attingendo a Cloud Phenomena of Maloja di Arnold Fanck, del 1924). Perdere la giovinezza può significare ritrovarla, a patto di spogliare se stessi, le distanze, le pose, le paure con cui si tiene alla larga il tempo presente.
Clouds of Sils Maria [id., Francia 2014] REGIA Olivier Assayas.
CAST Juliette Binoche, Kristen Stewart, Chloë Grace Moretz, Johnny Flynn.
SCENEGGIATURA Olivier Assayas. FOTOGRAFIA Yorick Le Saux. MONTAGGIO Marion Monnier.
Drammatico, durata 124 minuti.