Cinema del futuro (forse non troppo lontano)
Dopo il successo di Valzer con Bashir, Folman ci riprova con un film dai risvolti non sempre immediatamente comprensibili ma imponente e avvenieristico a tal punto da meritarsi non soltanto il debutto al 66° Festival di Cannes ma anche un premio all’European Film Awards.
Liberamente ispirato al repertorio fantapolitico letterario di Stanislaw Lem, The Congress da un lato riprende la passione giovanile per la fantascienza del regista israeliano e dall’altro tenta di infondere in maniera molto impattante delle critiche soprattutto sociali contro la globalizzazione, l’alienazione dei pensieri e dei sogni personali. Ma che, puntando il dito contro l’escalation del potere delle mega produzioni e delle saghe miliardarie, non risparmia nemmeno l’universo cinematografico che dice essere seriamente minacciato da vere e proprie calamite di guadagni che s’impongono prepotentemente a livello mondiale lasciando le produzioni di più modeste dimensioni – ma non per questo di minor rilievo o qualità – a disputarsi le briciole della visibilità residua e a sperare di essere salvate dal dimenticatoio grazie alle sempre meno diffuse sale indipendenti o da qualche loro fugace comparsa nel circuito festivaliero. Protagonista assoluta è l’ex signora Penn – chi non la ricorda bella e fiera ne La storia fantastica o al fianco di Tom Hanks in Forrest Gump? – scelta non solo per le duttili doti interpretative ma anche per la notevole avvenenza che tradisce un non so ché di malinconico e quindi – parola di Folman – perfetta per interpretare una stella del Cinema la cui carriera ha subito una lunga battuta d’arresto. Sulla scia del crescente successo del digitale, Robin riceve una proposta danarosa ma alquanto singolare: acconsentire alla scansionatura computerizzata della propria immagine al fine di creare una sorta di archivio digitale permanente da cui gli studios potranno attingere a loro piacimento senza interferenza alcuna da parte dell’attrice. Molto combattuta, decide comunque di accettare per curare la sordità del figlio. La repentina fortuna di questa innovativa forma di fare Cinema lascia il posto a sperimentazioni chimiche di massa dai risvolti inquietanti ed estranianti. Una pellicola acuta, girata ibridamente sia in live action che con l’animazione in rotoscope che propone una seria riflessione sull’incursione della tecnologia nell’arte e nelle nostre vite, sull’importanza del libero arbitrio e sul destino di quella fabbrica dei sogni chiamata Settima Arte.
The Congress [id., USA 2013] REGIA Ari Folman.
CAST Robin Wright, Harvey Kaitel, Paul Giamatti, Kodi Smit-McPhee, Sami Gayle.
SCENEGGIATURA Ari Folman (tratta dal romanzo Il congresso futurista di Stanislaw Lem).
FOTOGRAFIA Michal Englert. DIRETTORE ANIMAZIONE Yoni Goodman. MUSICHE Max Richter.
Drammatico/Animazione, durata 122 minuti.