BRASILE 2014 – SPECIALE MONDIALI DI CALCIO
Marangoni olé olé
Cosa può accadere quando un ex asso del calcio tramutato in truffatore incallito tenta il suicidio e viene salvato in extremis da un parroco dall’indole eroica? La risposta è semplice. Il miracolato in questione “prende la palla al balzo”, si piazza di peso in casa del suo benefattore con tanto di fidanzata appresso e pretende di essere sfamato a vita.
Queste sono le premesse su cui si basa Il diavolo e l’acquasanta di Bruno Corbucci, commedia calcistica sullo stile dei più fortunati e rinomati cult degli anni Ottanta Paulo Cotechiño centravanti di sfondamento e L’allenatore nel pallone. Lui, il diavolo, simpaticamente interpretato da Tomas “Er Monnezza” Milian, è Bruno Marangoni, un bifolco romano dall’aspetto trucido e dalla parolaccia sempre in canna. L’altro, l’acquasanta, incarnato sornionamente da Piero Mazzarella, è Don Gaetano, prete ed ex alpino credulone, dal cuore d’oro ed ardentemente perseguitato dalle avance amorose della sua perpetua. Una strana coppia, dunque, quella proposta da Corbucci junior. E come tutte le strane coppie che si rispettino, copione vuole che alla fine i due si coalizzino per portare a compimento una missione impossibile che segnerà la vita di entrambi. Pellicola dalla comicità casereccia, caciarona e ruspante, Il diavolo e l’acquasanta trova il suo punto di forza nelle performance dei due protagonisti. Mentre il look, la mimica facciale e le espressioni colorite di Milian rappresentano la versione calcistica del Nico Giraldi nazionale, la vera sorpresa viene da un Mazzarella gigione ed in puro stile bramieresco. Tutta la struttura della pellicola segue le orme del celeberrimo Febbre da cavallo di Steno, proponendo una girandola di espedienti furbeschi e truffaldini e di siparietti grossolani ma estremamente efficaci nello strappare una sana risata. A tal proposito, esilarante è la gag allegramente dissacratoria con Bruno e fidanzata camuffati rispettivamente da Gesù Cristo e da Vergine Maria al fine di fuorviare la polizia alle calcagna. Marchio di fabbrica corbucciano è anche la presenza di comprimari macchiettistici e dall’aspetto grottesco, tra i quali spicca una Margherita Fumero in affanno amoroso e dal talento poetico. Il gran finale sportivo in stile Bomber e Lo chiamavano Bulldozer fa intravedere la redenzione di Bruno e la sua rivincita con un passato da atleta non proprio fortunato ed omaggia il calcio onesto, fatto di passione e fede genuina. I buoni sentimenti trionfano sempre alla fine. Marangoni-Vita 1-1, palla al centro.
Il diavolo e l’acquasanta [Italia 1983] REGIA Bruno Corbucci.
CAST Tomas Milian, Piero Mazzarella, Savina Gersak, Margherita Fumero.
SCENEGGIATURA Mario Amendola, Bruno Corbucci. FOTOGRAFIA Giorgio Di Battista. MUSICHE Guido De Angelis, Maurizio De Angelis.
Commedia, durata 93 minuti.