Cannes e dintorni, 13-19 giugno 2014, Milano
Vecchie guardie e piccole rivelazioni
Appuntamento ormai consueto per la cinefilia lombarda, ritorna finalmente a Milano Cannes e dintorni, retrospettiva dedicata ai film provenienti dal recente Festival di Cannes e riproposti in lingua originale sottotitolata nelle sale dei cinema Anteo, Apollo, Arcobaleno, Arlecchino, Mexico, Orfeo e Plinius.
Dopo una lettera aperta agli spettatori che a metà dello scorso aprile annunciava compromessa l’edizione 2014, il prezioso contributo di un privato rimasto anonimo ha permesso agli organizzatori di definire all’ultimo momento un cartellone che, da una parte, raccoglie tante proposte interessanti, dall’altra tradisce alcune dolorose assenze (prima fra tutti quella di Adieu Au Langage di Jean-Luc Godard, ma non solo: mancano Tommy Lee Jones, Mike Leigh, Jessica Hausner, Mathieu Amalric e Lisandro Alonso). Il programma, ugualmente spartito tra Concorso Ufficiale e Quinzane des Réalisateurs, con alcune sparute infiltrazioni dal Fuori Concorso e dall’Un Certain Ragard, prende avvio venerdì 13 giugno con la proiezione del discutibile Wild Tales di Damián Szifrón per la Selezione Ufficiale e di A hard day di Seong-hun Kim e Pride di Matthew Warchus per la Quinzane des Réalisateurs. Quest’ultimo titolo, vincitore a Cannes della Queer Palm e opera seconda del regista britannico (uscirà in Italia a Natale per Teodora), è proprio il più apprezzato della prima giornata. Siamo nel 1984 e l’Inghilterra, in pieno governo Thatcher, è animata da rivolte sindacali e tensioni sociali. Una squadra di minatori gallesi, a fronte di uno sciopero prolungato e logorante, riceve un aiuto economico dal Movimento Gay inglese: le reazioni dei beneficiati, dapprima schive e imbarazzate, si trasformano presto nelle premesse per una storia di amicizia e solidarietà, in cui la lotta per l’orgoglio, punto di contatto tra le due comunità, è declinata attraverso una ricchissima galleria di personaggi, splendidamente interpretati, tra gli altri, da Mark Ashton, Bill Nighy, Imelda Staunton e Paddy Considine. Il film, che nutre un forte debito verso la trasfigurazione della Storia e della cronaca già vista in film come Billy Elliot, punta al sapiente dosaggio di buoni sentimenti e divertimento, portando i conflitti fino al cuore dello spettatore, aiutato anche dalla fine ricostruzione musicale del racconto, che include brani dei Frankie Goes to Hollywood, dei Bronski Beat, dei Soft Cell. Cannes e dintorni è appena iniziato ma è pronto a raccogliere l’adesione del pubblico di fronte a film più che attesi: il documentario del maestro Frederick Wiseman National Gallery, il film Palma d’oro Winter Sleep di Nuri Bilge Ceylan, il Premio della Giuria Xavier Dolan con Mommy, e molto altro ancora. Ritorneremo a recensirli.