Run Johann Run!
Basato sull’omonimo romanzo dell’autore austriaco Martin Prinz e liberamente tratto dalla storia vera di Johann ‘Shotgun Ronnie’ Kastenberger, maratoneta a livelli agonistici e rapinatore seriale di banche attivo nella seconda metà degli anni Ottanta, il secondo lungometraggio del cineasta tedesco Benjamin Heisenberg si presenta come un mélo dalle tinte noir e dal ritmo frenetico ed incalzante.
Più spinto da un bisogno fisiologico che da una necessità vera e propria di denaro o di trofei, il protagonista della pellicola di Heisenberg è un uomo perennemente attanagliato da uno spasmodico desiderio di fuga dagli altri e da se stesso. Nei novanta minuti di film, il regista non ci fornisce alcuna causa scatenante o spiegazione logica e plausibile dietro a tale pulsione patologica di correre e di rapinare. Johann, infatti, è un uomo dalla mente insondabile e dallo sguardo imperturbabile, senza un passato e dal futuro incerto, che scandisce la propria esistenza allenandosi e rapinando e che trova proprio in questi due atti liberatori il suo unico appagamento fisico e psicologico. L’uomo non ha né amici né familiari a cui fare riferimento e preferisce restare ai margini di una qualsiasi stabilità emotiva e lavorativa piuttosto che modificare il proprio programma di allenamento ed imbrigliare questa carica di energia frenetica. Il rapporto con la giovane impiegata dell’ufficio di collocamento, dunque, non servirà a dare un senso d’ordine e di sollievo alle proprie insite pulsioni. Allo stesso modo, Heisenberg, anziché sottomettere a un’indagine psicologica e morale tale personaggio, preferisce seguirlo minuziosamente con uno sguardo compiaciuto e complice e cronometrare le imprese agonistiche e le fughe infinite del protagonista in un vortice adrenalinico di emozioni e virtuosismi della macchina da presa. Il cineasta, infatti, merita un plauso soprattutto nelle scene visibilmente più complesse da girare, come quella della maratona di Vienna, girata realmente durante la manifestazione, o l’interminabile caccia all’uomo fra i parcheggi del centro cittadino, tenendo sempre alte le aspettative dello spettatore più esigente e dimostrando grande familiarità con il ritmo e la velocità di montaggio degli action movies americani. Un’ossessione patologica e viscerale, dunque, quella descritta in The Robber e il tutto scandito da una girandola di colpi di scena a perdifiato.
The Robber [Der Räuber, Austria/Germania 2010] REGIA Benjamin Heisenberg.
CAST Andreas Lust, Franziska Weisz, Markus Schleinzer, Florian Wotruba. SCENEGGIATURA Benjamin Heisenberg, Martin Prinz. FOTOGRAFIA Reinhold Vorschneider. MUSICHE Lorenz Dangel.
Drammatico, durata 90 minuti.