Che Jude Law, signore (e signori)!
Dom Domingo Hemingway (Jude Law) è appena uscito dal carcere dopo dodici anni di reclusione, ma in lui niente sembra cambiato. Nonostante abbia preferito non rivelare il nome del suo capo, il russo Ivan, le buone abitudini non sembrano il suo forte, così cerca di recuperare il tempo perduto con alcool, donne e sesso, mettendosi continuamente nei guai.
Quello che poteva essere un ritorno alla vita, alla libertà, si trasforma invece in una continua corsa contro il tempo per non sprofondare nuovamente nel baratro, cercando di salvare quel che resta del rapporto con la figlia. Il regista Richard Shepard, con Dom Hemingway, fin dalla prima inquadratura mette le cose in chiaro. È Jude Law il perno portante della pellicola e la sua entrata in scena è memorabile. Nudo e ingrassato, lo troviamo intento a elogiare in tutti i modi possibili il suo pene, in una posa che non lascia fraintendimenti. Dodici anni in carcere sono lunghi da far passare se non si trova qualche rimedio (di piacere, ovviamente). L’indole criminale, però, non l’ha abbandonato e allora Shepard – che ha firmato anche la sceneggiatura – agisce di conseguenza, facendo di Dom Hemingway una dark comedy decisamente sopra le righe. I dialoghi, spesso conditi da parolacce e di poco spessore, si affidano all’abilità di Jude Law per risultare meno banali possibili, nonostante sia il contesto stesso ad obbligarlo. Più il film procede, più non si capisce dove voglia andare a parare e il finale affrettato ne è la dimostrazione. Shepard, dal canto suo, si preoccupa troppo – e per fortuna – di far apparire un Jude Law inedito, irriconoscibile e, soprattutto, trascinatore, che insieme all’ “amico” Richard E. Grant e al “capo” Demian Bichir fanno sì che il film, nonostante tutto, si lasci guardare. I loro personaggi, perseguitati dalla “sfiga”, si affidano al destino, ma sarà mai dalla loro parte? Tra mani finte, casseforti scassate e soldi rubati, l’atmosfera londinese – anche se poco riconoscibile – si tinge di tinte cupe e il crimine prende il sopravvento. Più che altro, però, il film lascia un senso di malinconia per un uomo, Dom Hemingway, che si è visto passare la vita davanti e non è riuscito a cogliere quello che aveva da offrirgli. Ma si sa, una seconda possibilità c’è sempre, basta decidersi ad afferrarla in tempo. Soprattutto se è Jude Law a dirlo.
Dom Hemingway [id., Gran Bretagna 2013] REGIA Richard Shepard.
CAST Jude Law, Richard E. Grant, Demian Bichir, Emilia Clarke, Madalina Diana Ghenea.
SCENEGGIATURA Richard Shepard. FOTOGRAFIA Giles Nuttgens. MUSICHE Rolfe Kent.
Commedia, durata 93 minuti.