“Anyway, how is you sex life?”
Grugnisce come un porco il corpulento Deveraux, mentre si accoppia selvaggiamente con donne di tutti i tipi, nella prima ossessiva parte dello scandaloso Welcome to New York di Abel Ferrara, ispirato alla vicenda giudiziaria davvero incresciosa dell’ex direttore generale del Fondo Monetario Internazionale Dominique Strauss-Kahn, accusato di tentata violenza sessuale ai danni della cameriera di un hotel.
Ma, ovviamente, Ferrara non ha alcuna intenzione di girare un biopic: il suo film parte come una cronaca raggelante dell’esistenza squilibrata di un erotomane, tutta champagne e puttane, ha il momento di svolta nella grottesca aggressione alla cameriera, per poi focalizzarsi sul rapporto tra Deveraux e la moglie, un’eccellente, elegantissima Jacqueline Bisset. Dalla voluta ripetitività dei coiti, dal vuoto che spesso caratterizza la vita dei ricconi – ce lo insegna con sarcarmo Cronenberg nel magnifico e poetico Maps to the Stars – si passa, così, alla radiografia di un matrimonio, al confronto tra due diverse fragilità, dietro la maschera del benessere. Depardieu è grande come al solito, in tutti i sensi, e regala una performance memorabile, non esitando a spogliarsi completamente, a incarnare tutte le pratiche sessuali possibili, con particolare predilezione per lo spanking. Sorprende il contrasto tra l’aggressività da vero predatore sessuale di Deveraux, nelle sequenze che precedono il suo arresto, e la remissività con cui egli accetta l’iter della giustizia. Ma il suo sguardo in macchina finale, oltre a sancire la circolarità della storia, la non evoluzione del personaggio – malgrado il fattaccio gli costi la rinuncia alle sue principali ambizioni politiche – contribuisce ad associare Welcome to New York all’altro grande film della stagione sull’ebbrezza del potere e la perdita di controllo nella condotta sessuale, cioè l’anfetaminico The Wolf of Wall Street. Le affinità tra gli ultimi film dei due più affascinanti registi cattolici italoamericani, Ferrara e Scorsese, cantori di antieroi tormentati alle prese con tutte le implicazioni filosofiche del senso di colpa, finiscono qui. Infatti, tanto è tachicardico e spettacolare il film di Scorsese, quanto è disteso e riflessivo questo Welcome to New York, dove, a differenza di altri personaggi di Ferrara, il protagonista, per le sue origini francesi ma anche per la prigionia reale e psicologica a cui va incontro, è completamente fuori luogo nella metropoli americana. Tutt’altro che un “king of New York”!
Welcome to New York [id., USA/Francia 2014] REGIA Abel Ferrara.
CAST Gérard Depardieu, Jacqueline Bisset, Marie Moute, José Ramon Rosario.
SCENEGGIATURA Abel Ferrara, Christ Zois. FOTOGRAFIA Ken Kelsch. MUSICHE Jonathan Mason.
Drammatico, durata 120 minuti.