SPECIALE DAVID CRONENBERG
Cosa nascondi nella tua mente?
Teste che esplodono, corpi che bruciano. È una materia malleabile, come la mente dei suoi protagonisti, quella tra le mani di David Cronenberg che nel 1981 realizza Scanners, pietra miliare nel cinema di genere – film che racconta in che modo questi individui, gli Scanner appunto, trattati con l’ephemerol dalle case farmaceutiche, riescano a dominare le menti altrui.
È una storia che si gonfia e deflagra come i corpi sollecitati dalle menti telepatiche. È una pellicola che nasconde tra le pieghe una critica sociale, culturale e politica, ancora attuale (riecheggiano le parole di William Cooper che nel 1990 ipotizzerà delle scandalose teorie sociali e politiche intorno all’AIDS): c’è sempre la paura che qualcuno, qualcosa riesca a dominare i nostri gesti, i nostri pensieri, la nostra volontà. Al di là della disamina socio-culturale vi è il racconto di un Uomo il cui sistema nervoso lavora come la Macchina, uomo/monade, perso, spaesato, disumanizzato. Cronenberg, come aveva già fatto in Il demone sotto la pelle e Brood, mette in scena il percorso di appropriazione della Coscienza da parte degli Scanner, delle case farmaceutiche, del Potere. Il regista incanala tutto questo nella categoria dicotomica, tutta freudiana, Mente-Corpo: la mente dialoga con un’altra mente, ma i risultati si vedono sui corpi; la frequenza cardiaca aumenta, le membra si “espandono” e si “dilatano”, il sangue fuoriesce, le carni prendono fuoco, in una sorta di “percorso della croce” tutto laico. Cameron Vale/Stephen Lack, lo scanner buono, reclutato dalla Consec – società che ha ideato il progetto – per rintracciare gli Scanner ancora in vita, dice: “Mi sento trasparente”, mettendo in luce che il suo corpo è solo un tabernacolo della Mente. Questa trasparenza è evidente anche in altre scene, ad esempio quando i compagni Scanner di Kim/Jennifer O’Neill muoiono e la donna, legata telepaticamente a loro, esclama: “Adesso so cosa vuol dire morire”. Celebrazione massima di questo strano legame tra Soma e Psiche è la scena finale in cui buono e cattivo, Cameron e Revok/Michael Ironside, si fondono, facendoci capire che i contorni di bene e male sono sfumati. Il pericolo non è dunque solo “fuori di noi”, ma è anche “dentro di noi”, come spesso accade in Cronenberg. L’horror, la fantascienza, attraverso demoni, penetrano sotto la nostra pelle, invadono i nostri corpi, si annidano nei nostri cervelli, dominando le menti. Il cinema dell’autore canadese è un luogo disturbante, in cui ci si fa del male; il regista muove il tempo e lo spazio a suo piacimento, esplora il terrore, la manipolazione genetica, trasforma e dilata i corpi, infettandoli e contaminandoli, depravandoli e “stuprandoli”, e, come “ammala” essi, fa ammalare un po’ anche noi.
Scanners [id., Canada 1981] REGIA David Cronenberg.
CAST Jennifer O’Neill, Stephen Lack, Patrick McGoohan, Lawrence Dane, Michael Ironside, Robert Silverman, Adam Ludwig, Fred Doederlin, Luis del Grande, Tony Sherwood.
SCENEGGIATURA David Cronenberg. FOTOGRAFIA Mark Irwin. MUSICHE Howard Shore.
Fantascienza/Horror, durata 102 minuti.