SPECIALE DAVID CRONENBERG
L’arte di stare a cavallo tra il cinema di genere e d’autore
La mosca si colloca in un momento di transizione per David Cronenberg. Il budget dei suoi film cresce sempre più e la produzione si sposta definitivamente negli Stati Uniti. Il racconto di George Langelaan, già adattato una volta per il cinema in L’esperimento del dottor K., è un’occasione ghiotta per il regista canadese che ha sempre posto il corpo e la trasformazione al centro della sua poetica.
Jeff Goldblum è un attore dal fisico imponente, eppure è stranamente credibile come scienziato, un ruolo che gli rimarrà attaccato addosso. Seth Brundle è un uomo solitario e pieno di debolezze, eppure diventa audace quando parla della sua invenzione, tanto che invita una bellissima giornalista (Geena Davis) nel suo studio per assistere a una dimostrazione. Il teletrasporto di una calza va a buon fine, lo scetticismo di lei è superato e l’attrazione sessuale tra i due è ormai palesata. La mosca è una dimostrazione bellissima di economia narrativa dell’horror: in novanta minuti si consuma una storia macabra e travolgente sul piano emotivo. Ogni scena serve tanto a sviluppare i personaggi quanto a far avanzare la storia: in La mosca non c’è una sola battuta di troppo. Purtroppo, la macchina per il teletrasporto non funziona altrettanto bene sugli esseri viventi. Il babbuino usato per l’esperimento viene macellato in un mucchio di carne percossa da spasmi. È il primo fallimento di Seth e, probabilmente, il momento più shockante del film dal punto di vista visivo. La caduta psicologica e l’orrore grafico procedono di pari passo e rendono La mosca un film appetibile sia per gli amanti dell’exploitation che per i palati più fini. Non si deve, però, pensare che in Cronenberg risiedano due anime diverse e lontane: sono due aspetti del suo body horror che è esplorato sia come tematica, con una drammaturgia ben congegnata, sia tramite i magnifici effetti speciali (di Chris Walas, premiati con l’Oscar per il miglior makeup). Quello de La mosca è cinema cronenberghiano al suo apice proprio perché si pone a metà tra l’esperienza dell’horror di genere d’inizio carriera e il successivo periodo più psicologico e meno cruento. La struttura è ancora quella classica e prevedibile dell’horror: la disperazione porterà Seth a usare la macchina su se stesso ma qualcosa andrà storto e il suo DNA sarà congiunto a quello di una mosca. Segue qualche momento di euforia nel quale vediamo il (palestratissimo) Jeff Goldblum che si diverte con i suoi superpoteri da insetto volante. Ma La mosca non è Spider-Man e presto sopraggiungerà il decadimento fisico e mentale, la trasformazione finale in “Seth-mosca”.
La mosca [The Fly, Gran Bretagna/USA/Canada 1986] REGIA David Cronenberg.
CAST Jeff Goldblum, Geena Davis, John Getz, Joy Boushel, Leslie Carlson, George Chuvalo.
SCENEGGIATURA Charles Edward Pogue, David Cronenberg. FOTOGRAFIA Mark Irwin.
MUSICHE Howard Shore.
Horror/Drammatico/Fantascienza, durata 96 minuti.