Human Rights Nights, dal 9 al 18 maggio 2014, Bologna
Piccoli festival crescono
Come un ragazzo che, giunto a quattordici anni, inizia a guardare al mondo con sguardo diverso, più maturo, formato per via dei numerosi stimoli che ha intorno a sé, così Human Rights Nights 2014 ha dimostrato di essere cresciuto notevolmente e di aver intrapreso un percorso difficile, ma non privo di successi, un seme che piantato inizia a dare ottimi frutti.
La neo-nata Associazione è stata capace di impiegare al meglio le risorse a disposizione per fare di questa una delle edizioni più ricche e stimolanti degli ultimi anni. Per due settimane Bologna è stata la cornice di una serie di eventi e iniziative culminate presso il Cinema Lumière con cinque giornate di film, musica, arte, sport e conferenze. Incentrato quest’anno sul tema delle “nuove povertà”, il festival si è aperto a diverse tematiche, in “un caleidoscopio di proposte per un presente che ora più che mai richiede di essere affrontato”, come dimostrato nella ricca sezione cinematografica: 50 film, tra corti e lungometraggi, provenienti da circa 30 Paesi differenti, testimoni di realtà spesso poco note se non del tutto sconosciute. Oltre ad alcuni titoli della stagione in corso (tra cui In grazia di Dio e Enzo Avitabile Music Life) e altri ingiustamente trascurati se non ignorati dalla distribuzione nostrana (Bakroman, War Witch, Viramundo), molte sono state le anteprime nazionali, tra cui Omar, fresco di candidatura all’Oscar 2014 come Miglior Film Straniero e qui vincitore del HRN People Award per il Miglior Film. Una serie di focus tematici hanno poi offerto occasioni per approfondire temi legati ai diritti umani, attraverso soprattutto il mezzo cinematografico. Se “Le nuove povertà” ha proposto titoli inerenti il nucleo della manifestazione (tra cui L’impresa, L’economia della felicità, Food Savers, Little Land), “Sport e diritti umani” ha analizzato la sfida agonistica come territorio di pacifica convivenza tra diversità complementari (Beyond the Surface, FC Rwanda). “Immigrazione e realtà derivanti” ha portato invece all’attenzione le contraddizioni e i limiti dell’attuale politica di gestione dei flussi migratori in Italia (Mare chiuso, Container 158, Va’ pensiero, Sui bordi – Dove finisce il mare). Infine, America Latina e Asia sono state gli scenari delle vicende narrate da numerosi film su questioni che, pur se legate a Paesi lontani, non possono essere sottovalutate, come dimostrato da El Engaño, Polinter, Fatal Assistance (HRN People Award per il Miglior Documentario), Butter Lamp (Miglior Cortometraggio), Tiger Mountain e Salma. “L’innocenza è una colpa, l’innocenza è una colpa, lo capisci? E gli innocenti saranno condannati perché non hanno più il diritto di esserlo” diceva Pasolini ne La sequenza del fiore di carta. Oggi più che mai, l’uomo deve essere responsabile di sé e degli altri: il non sapere non è una scusante, ma un’omertosa accondiscendenza verso chi trae vantaggio da tali disparità sociali. La voce critica e di denuncia di cui Human Rights Nights si fa amplificatore, diventa allora essenziale punto di incontro e di confronto, spazio ideale per un “dialogo tra comunità e istituzioni che vada oltre il retorico ‘ché non si ripeta nel futuro’, che porti a un’adulta e consapevole presa di coscienza – e dunque di posizione – individuale e collettiva”.