SPECIALE JIM JARMUSCH
Vampiri decadenti
Quello tra vampiri e romanticismo è un sodalizio ormai consolidato nell’immaginario comune. Se anche i vampiri possono amarsi, allora significa che l’amore può sconfiggere sia il tempo che la morte. Jim Jarmusch parte da quest’idea e la supera, paragonando i vampiri a dei rockettari romantici, autodistruttivi e un po’ hipster.
Quest’idea di partenza è il punto di forza del film. È sviluppata a dovere fin dall’incipit, ma purtroppo rimarrà ferma allo stato iniziale e non porterà mai a esiti sorprendenti. Adam, l’ormai affermato Tom Hiddleston, è un vampiro-rockstar che si nasconde ai suoi fan, compone musica cacofonica e tetra ma non la fa ascoltare a nessuno. Alle volte contempla il suicidio, ma non sappiamo con quanta serietà. La sua vita è priva di problemi all’infuori della noia esistenziale e del suo (compiaciuto) decadentismo. Adam ha smesso di bere sangue uccidendo gli esseri umani o rendendoli suoi schiavi, adesso si ciba di sangue da trasfusione che si fa passare sotto banco da un medico corrotto. Quando ha rapporti con gli esseri umani, gli “zombie”, Adam usa pseudonimi come Faust o Caligari, riferimenti poco fantasiosi alla cultura “alta” che è proprietà esclusiva dei vampiri/alternativi. Scopriamo che, nei secoli, i vampiri hanno ispirato i più grandi artisti, da Shakespeare a Schubert. Solo gli amanti sopravvivono sfoggia un citazionismo esagerato, spesso pretestuoso e privo di intelligenza. “È troppo brava per diventare famosa”, dice Adam di una cantante che vede per caso in un locale di Tangeri, eppure la sua cultura artistica è fatta solo di nomi celeberrimi. L’amata di Adam si chiama Eve ed è interpretata da una Tilda Swinton eterea. Lei è meno rockettara e più interessata alle lingue e alle tradizioni scritte. Entrambi i vampiri credono in una comunione tra arte e scienza e rispettano il genio creativo degli umani più talentuosi, mentre disprezzano gli altri “zombie” perché volgari e “contaminati”. Adam e Eve hanno una vita sentimentale molto sofferta, si lasciano e si ricongiungono da secoli, forse millenni. La loro vita è ciclica come il movimento del giradischi (e della videocamera) che apre il film. Non aspettatevi una narrazione forte: Solo gli amanti sopravvivono vuole rappresentare l’odio-amore, la nausea e la noia di esistere, e ci riesce alla perfezione, eppure sembra comunque un racconto inconcludente, caratterizzato da un’hipsteria compiaciuta e con qualche inconsistenza di troppo. È un Jarmusch troppo condiscendente col proprio pubblico e meno incline del solito all’umorismo e alla sperimentazione. Rimane comunque un anti-horror ipnotico, splendidamente fotografato e interpretato, ma la firma di Jim Jarmusch faceva sperare in qualcosa di più.
Solo gli amanti sopravvivono [Only Lovers Left Alive, Gran Bretagna/Germania 2013] REGIA Jim Jarmusch.
CAST Tom Hiddleston, Tilda Swinton, John Hurt, Anton Yelchin, Mia Wasikowska.
SCENEGGIATURA Jim Jarmusch. FOTOGRAFIA Yorick Le Saux. MUSICHE Carter Logan, Jozef van Wissen.
Sentimentale/Drammatico/Horror, durata 123 minuti.