A bruciapelo
Svegliarsi prima del sole, fondersi con il sorgere della mattina ancora densa di foschia, perdersi tra gli alberi, i passi attutiti, il respiro calibrato: la caccia non è solamente uno sport, un passatempo da sfruttare quando la noia prende il sopravvento, richiede dedizione, sacrificio, abilità e intelligenza. In poche parole è uno stile di vita, e questo John Moon lo sa bene.
Tutto ha inizio a causa di un incidente: in una di queste mattine brumose, nascosto tra gli arbusti l’uomo spara per uccidere, confondendo la sua preda con una giovane donna, ammazzandola. Mentre cerca di riflettere, trova nelle vicinanze il rifugio della ragazza, in fuga dal patrigno, e tra le sue cose una valigetta contenente 100mila dollari in contanti. Preso dal panico nasconde il corpo e prende il denaro, inconsapevole della spirale di eventi che quelle innocue banconote porteranno con sé. Nato come un dramma personale, alimentato dalla difficile condizione del protagonista, lavori saltuari, un figlio piccolo, la moglie che pretende il divorzio, evolverà in un thriller pacato, misurato, un’estenuante caccia al topo che si snoda tra picchi di sentimentalismo, inganni e sofferenza. A Single Shot è un film in costante evoluzione, capace di abbracciare diverse sensazioni, diverse situazioni per fonderle insieme, regalando allo spettatore uno squarcio di vita ordinaria sconvolta da un imprevisto, nella ricerca di fare ammenda di quanto accaduto. Un punto di vista decisamente maschile, interpretato dall’ottimo Sam Rockwell (Miglior Attore al Newport Beach Film Festival 2013), diretto con tatto da David M. Rosenthal e scritto da Matthew F. Jones, basato sul suo stesso omonimo romanzo, capace comunque di regalare anche dei bei ritratti femminili. Piccoli, delicati come boccioli di rosa, spaziano dalla delusa freddezza della moglie del protagonista, turbata dal non sapere in che guaio il padre di suo figlio si è cacciato, alla spontaneità della giovane Abbie, invaghita di John, dall’amica stronza e un po’ puttana fino alla vittima innocente, una costante presenza, nascosta, taciuta, eppure sempre troppo ingombrante per essere dimenticata.
Per poi fondere insieme sensazioni e personaggi basta affidarsi alla maestosa campagna in cui è ambientata la storia: presumibilmente a cavallo tra un gelido inverno e la promessa di una bella primavera, è una terra scura, muta, al tempo stesso affidabile, imperturbabile, testimone silenziosa che tutto vede e sempre tace. È a lei che bisogna consegnarsi quando tutto sembra perduto, quando il dramma diventa insostenibile e si è distrutti non solo psicologicamente ma anche fisicamente. A Single Shot è dunque un film da non sottovalutare, apprezzabile solo dopo un’attenta visione per capire fino in fondo una storia fatta di scelte e di conseguenze da accettare, sempre.
A Single Shot [id., Gran Bretagna/USA/Canada 2013] REGIA David M. Rosenthal.
CAST Sam Rockwell, William H. Macy, Ted Levine, Kelly Reilly, Jason Isaacs, Joe Anderson.
SCENEGGIATURA Matthew F. Jones (tratto dall’omonimo romanzo di Matthew F. Jones). FOTOGRAFIA Eduard Grau. MUSICHE Atli Örvarsson.
Drammatico/Thriller, durata 116 minuti.