Anime ecologista
Da non perdere il ritorno sui nostri schermi di Principessa Mononoke, uno dei più celebri film di Hayao Miyazaki, primo titolo – tra i tanti realizzati dallo Studio Ghibli fin dal 1985 – a uscire nelle sale italiane nel 2000.
Campione d’incassi in Giappone, qui non ebbe altrettanta fortuna, ma fu fondamentale apripista per i film successivi (e anche per la riedizione di quelli precedenti) che faranno conoscere il genio e la poesia di Hayao Miyazaki a un pubblico non ristretto ai soli appassionati di anime, fino alla completa consacrazione internazionale, con tanto di vittoria a Berlino e agli Oscar (Miglior Film d’Animazione) grazie a La città incantata (2001), il suo capolavoro. Nella storia del principe Ashitaka, ambientata nel Giappone instabile e violento del periodo Muromachi (1336-1573), ritroviamo tutto l’immaginario di Miyazaki: i riferimenti all’animismo e allo scintoismo, la compenetrazione conflittuale tra mondo umano e regno animale, una visione romanticamente ecologista e allo stesso tempo fatalmente consapevole di essere destinata a un’impervia affermazione che dovrà passare inesorabilmente attraverso sofferenza, morte e distruzione. Il disegno è, come d’abitudine, di rara capacità evocativa e raffinata pittoricità, in particolare nella seconda parte del film, in cui si raggiunge l’apice dello scontro tra animali-divinità e uomini. Esplicito, nell’iniziale assalto del gigantesco demone cinghiale al piccolo villaggio di Ashitaka, l’omaggio di Miyazaki ad Akira Kurosawa e all’iconografia de I sette samurai, confermato anche nel corso del film dalla ricorrente presenza di carrelli e panoramiche, movimenti utilizzati con tale precisione e cognizione di causa da rendere complesso trovarne di eguali in altri lungometraggi di animazione. Appassionato il messaggio ecologista e pacifista che mostra le conseguenze di un rapporto non rispettoso dell’uomo nei confronti del mondo naturale e dei suoi abitanti. Nella brulicante Città del Ferro, dove si forgiano armi da fuoco, la lotta contro gli animali della foresta circostante, pronti a difenderla dal disboscamento selvaggio, è dura e senza quartiere. Anello di possibile congiunzione tra due mondi apparentemente inconciliabili è San, la misteriosa Mononoke, ragazza guerriera allevata dai lupi, della quale s’innamorerà Ashitaka. Straordinaria è la capacità di Miyazaki di dare spessore ai suoi personaggi animandoli di sentimenti conflittuali e contradditori. Non c’è spazio per la manicheistica divisione tra buoni e cattivi tipica dei cartoni animati disneyani: bene e male sono facce complementari di una stessa medaglia e lambiranno ogni personaggio chiamandolo infine a scegliere da che parte stare, all’interno di un universo complesso nel quale le stesse divinità si trasformano in demoni quando vengono divorate dall’odio.
Principessa Mononoke [Mononoke-hime, Giappone 1997] REGIA Hayao Miyazaki.
CAST (DOPPIATORI ORIGINALI) Yōji Matsuda, Yuriko Ishida, Yūko Tanaka, Akihiro Miwa.
CAST (DOPPIATORI ITALIANI) Lorenzo De Angelis, Joy Saltarelli, Alessandra Cassioli, Ludovica Modugno.
SCENEGGIATURA Hayao Miyazaki. FOTOGRAFIA Atsushi Okui. MUSICHE Joe Hisaishi.
Animazione, durata 134 minuti.