SPECIALE FERMATI O MAMMA SPARA!
C’era una volta una matrigna cattiva: non “son tutte belle la mamme del mondo”
Clareece “Precious” Jones/Gabourey Sidibe è una ragazza di colore, che vive ad Harlem: un corpo obeso, sformato dal cibo, dall’odio e dalle violenze subite, madre due volte – una figlia affetta dalla sindrome di Down e uno nel ventre, avuti entrambi dallo stesso padre.
La sua è una vita difficile e dolorosa, giudicata “colpevole” non solo dal tribunale sociale, ma anche da quello “privato”: espulsa da scuola perché incinta, prigioniera del corpo e della casa, un padre stupratore e una madre malefica. Precious di Lee Daniels (Shadowboxer) – tratto dal romanzo di Sapphire Push. La storia di Precious Jones –, è un diario spietato e crudele che racconta gli ultimi, coloro ai quali è toccata in sorte un’esistenza sfilacciata e slabbrata, è un film sul disagio dello stare al mondo, sulla fiducia, sulla famiglia e sulla maternità, nonostante di amore materno e incondizionato, di carezze e di baci non si parli mai. Tutto dovrebbe nascere in quelle quattro mura, reiterazione del grembo materno, in cui sentirsi cullati, protetti, amati, in esse il bambino forma almeno in parte il suo “destino identitario”, quello che è e sarà, per Precious questo non vale. A lei viene ripetuto che è uno scarto, un rigurgito di vita dalla sua prima nemica, proprio da colei che l’ha generata/Mo’Nique. La madre, non complice, prima sostenitrice, ma coacervo di epiteti volgari, grasso e indolenza, la umilia, la picchia, la annulla psicologicamente, stazionando sul divano in attesa che la figlia-serva porti gli stanchi chili al suo servizio. Precious reagisce colpendo, insultando, odiando a sua volta. Alla madre ortodossa corrisponde una malefica strega-matrigna dalla quale la principessa deve riscattarsi in un percorso d’iniziazione: agli abbracci corrispondono percosse, alle carezze schiaffi, alle parole amorevoli insulti brutali. Malata, cattiva, senza cuore, questa figura materna vomita sulla figlia tutto l’odio per lei e per la vita. In un gioco di specchi deformante l’una è vittima e carnefice dell’altra: la madre, gelosa in maniera patologica della figlia, l’accusa incredibilmente di essere causa dello stupro subito, non capendo che Precious accetta tutto scambiandolo per amore. Lo spettatore non ha via di fuga. Al di là della regia, della storia, di alcune scelte discutibili, l’interpretazione tesa e vibrante delle due protagoniste non lascia indifferenti: l’una, Cenerentola nera, disperata, alla ricerca della sua scarpetta di cristallo (il suo posto nel mondo), l’altra aguzzina feroce, in pace solo quando distrugge la sua antagonista. Se la prima ha imparato che c’è riscatto, qualcuno di cui fidarsi, una famiglia alternativa (le compagne di classe, l’insegnante, una sorta di madre adottiva), per la seconda non c’è salvezza, neppure sola, privata di tutto comprende il male che ha fatto.
Precious [id., USA 2009] REGIA Lee Daniels.
CAST Gabourey Sidibe, Mo’Nique, Paula Patton, Mariah Carey, Lenny Kravitz, Sherry Shepherd, Nealla Gordon, Stephanie Andujar.
SCENEGGIATURA Geoffrey Fletcher (tratta dal romanzo di Sapphire Push. La storia di Precious Jones). FOTOGRAFIA Andrew Dunn. MUSICHE Mario Grigorov.
Drammatico, durata 110 minuti.