Looking for karma (and for a real thriller)
Il thriller psicologico Repentance fa la sua prima apparizione nel 2013 allo Slamdance Film Festival. Con esso il regista franco-libanese Philippe Caland dà vita ad un remake del proprio film The Gypsy And The Gury, presentando un cast di tutto rispetto: unicamente personaggi di colore e, nello specifico, due protagonisti interpretati da Forest Whitaker e Anthony Mackie.
Il primo esce alla ribalta nel lontano 1982, partecipando a pellicole come Fuori di testa, Platoon, Good Morning, Vietnam, e al più recente L’unico re di Scozia, con il quale fa incetta di premi. Il secondo ha ricevuto svariate candidature per il film indipendente Brother to Brother e ha partecipato al cast di Million Dollar Baby, Lei mi odia, The Hurt Locker. Questa introduzione risulta necessaria per dimostrare che i presupposti artistici di Repentance erano parecchio elevati. Thomas Carter (Mackie) è scrittore e life coach. Durante una presentazione del proprio libro fa la conoscenza di Angel (Whitaker), uno strano uomo eccessivamente interessato alla sua opera. Quest’ultimo gli confessa di non aver mai superato la morte della madre, motivo per cui Thomas decide di prenderlo in terapia ma, successivamente, di abbandonarla a causa del suo insuccesso. Decisione che non fa piacere ad Angel, il quale lo rapisce ed inizia la sua, di “cura”. Il titolo originale del film è Vipaka, parola buddhista che si riferisce alla maturazione del karma, e in questo senso più azzeccata rispetto a Repentance. Con il proprio sequestro, Angel utilizza le conoscenze apprese dal libro per praticare una terapia al contrario, una sorta di contrappasso dantiano, nei confronti di Thomas (la teoria buddhista di azione-risultato, appunto). Tortura dopo tortura scopriamo che lo scrittore ha occultato qualcosa del proprio passato. L’aguzzino però non si accontenta della suddetta pratica di confessione, ma chiama infine “a rapporto” anche moglie e fratello del life coach, detentori dello stesso segreto. L’idea è ottimamente costruita: oscurità, mistero e perversione. Ma vi sono tre elementi che ne rompono l’atmosfera: in primo luogo, la poca indagine sulla vecchia e dolorosa storia del trio Thomas-moglie-fratello. È davvero stata solo una questione di “Bro, I stole your woman”? Il secondo riguarda la figlia di Angel, presentata inizialmente come figura fondamentale ai fini del “mistero” della storia, ma la cui utilità si ferma all’unica equivoca frase pronunciata. In ultimo, esattamente l’elemento elogiato in principio, ovvero l’interpretazione dei protagonisti, insipida e poco interiorizzata. In particolare quella di Forest Whitaker, al quale purtroppo non basta l’ambliopia all’occhio sinistro per risultare schizzato. Don’t Look Back era il titolo del libro di Thomas: ora, a malincuore, verrebbe da dire: “Don’t look back at this movie”.
Repentance [Repentance/Vipaka, USA 2013] REGIA Philippe Caland.
CAST Forest Whitaker, Anthony Mackie, Sanaa Lathan, Mike Epps, Nicole Ari Parker¸ Ariana Neal.
SCENEGGIATURA Shintaro Shimosawa, Philippe Caland. FOTOGRAFIA Denis Maloney. MUSICHE Mark Kilian.
Thriller, durata 90 minuti.