“Up patriots to arms”
Afghanistan, base militare di Bagram, 2005: l’operazione “Red Wings”, gestita dal comandante Erik Kristensen e affidata a quattro valorosi Navy Seal, prevede la cattura del leader talebano Ahmad Shad. Nel resoconto lucido e realistico di una “mission: impossible” Peter Berg omaggia l’eroismo dell’unità Spartan-01 sperduta tra le montagne afgane, alternando al gusto estetico per l’elaborata inquadratura, ralenti e sequenze ipercontrollate.
C’è un tocco sofisticato nella scelta delle angolazioni, nelle carrellate di macchina, negli squarci di cielo rannuvolato e nell’esplosione di assalti e fuochi incrociati. Un esercizio stilistico che, rispetto agli innumerevoli e dozzinali war movie degli ultimi tempi (su tutti, Code Name: Geronimo), è al servizio della storia, nazionalistica come sempre, ma questa volta non intaccata da fiumi di retorica e stretta negli argini di un realismo che asciuga facili stereotipi. Al centro del “mirino”, le operazioni militari statunitensi e il racconto bellico nel crocevia terroristico mediorientale, con strizzatine d’occhio al “machismo” politically correct delle truppe americane e qualche cliché nella definizione dello “straniero” allo stato brado. Del resto, siamo lontani dal tono di denuncia sociale di Zero Dark Thirty e più vicini alla facile attrazione pirotecnica di The Kingdom, il quarto film di Peter Berg dietro la macchina da presa. Specialista in commedie nere (Cose molto cattive), battaglie contro terroristi sauditi (The Kingdom) o extraterrestri (Battleship), l’attore e regista ama pigiare il pedale dell’acceleratore (sequenze ipertrofiche) per poi aggiustare il tiro (pittoreschi ralenti con musica ipnotica in sottofondo) e staccare su un diverso piano. Nel villaggio montuoso in cui sbarcano i quattro Navy Seal, la missione si complica presto, a causa del malfunzionamento delle comunicazioni radio e di un gruppo di pastori che li sorprende nella boscaglia. Le strategie di guerra lasciano così il posto ad un lucido massacro: tutto avviene alla luce del giorno e il sole, nell’omnivedenza dello spettacolo esibito, può illuminare visi sanguinanti, gambe squarciate e uccisioni a sangue freddo. Berg sceglie di mostrare tutto senza fronzoli o sconti, con tanto di dettagli gore puntualmente sbattuti in primo piano (l’ (auto)estrazione del proiettile dall’arto di Marcus). La pellicola ha un protagonista d’eccezione, Mark Wahlberg, figurante anche in veste di produttore insieme ad un affiatato gruppo di comprimari su cui spicca Emile Hirsch. Dal romanzo verità di Marcus Luttrell, unico superstite della guerriglia, una rappresentazione vivida e cruenta di una missione suicida.
Lone Survivor [id., USA 2013] REGIA Peter Berg.
CAST Mark Wahlberg, Taylor Kitsch, Emile Hirsch, Ben Foster, Ali Suliman.
SCENEGGIATURA Peter Berg. FOTOGRAFIA Tobias A. Schliessler. MUSICHE Steve Jablonsky, Explosions in the sky.
Guerra, durata 121 minuti.