16° Far East Film Festival, 25 aprile – 3 maggio 2014, Udine
Argo vaffanculo
“Seoul è uno spazio molto delicato. Se cambi anche solo di poco il tuo punto di vista, ti troverai di fronte un mondo totalmente diverso”. Con queste le parole il regista Cho Ui-seok vuole descrivere il suo set, costruito insieme a Kim Byung-seo, un labirinto composto da 10 milioni di abitanti in cui ambientare la storia della caccia ad uno solo.
A capo dell’operazione l’unità speciale di sorveglianza della Polizia Metropolitana, chiamata a far luce su una misteriosa banda di ladri abilissimi, in realtà mere pedine nelle mani di un ignoto maestro del crimine. Il misfatto perfetto è stato finalmente messo a punto? Se la risposta rimane ancora un’incognita, senza dubbio si possono riconoscere i notevoli passi in avanti compiuti dal misterioso James, un Jung Woo-sung finalmente lontano dall’essere un romantico protagonista che soffre in silenzio. Capace di calcolare i suoi colpi al secondo, architettandoli da subito con precisione millimetrica nella tranquillità del suo cervello, come arma usa una penna stilografica, per tenere la morte sulla punta delle dita e assestarla con la rapidità di un mamba nero e l’eleganza di un puma. Osserva il mondo dall’alto e si beffa delle autorità incapaci di tenere il passo a tanta scaltrezza. La svolta nelle indagini è rappresentata dal reclutamento della giovane poliziotta Yoon-ju, ragazza intraprendente e parecchio nervosa, una mente altrettanto rapida e micidiale, un Argo con cento occhi che tutto vede e ricorda: l’eroina del momento, così umana e reale da convincere fin dal principio lo spettatore a gettarsi nella mischia insieme a lei. Si aprono le danze, incalzanti, con l’obiettivo di portare l’osservatore al centro del caso attraverso l’alternanza bilanciata di tensione e rilassamento. Cold Eyes è capace di maneggiare questa suspense martellante, senza esagerare in inutili sequenze d’azione o assurdi colpi di scena, mantenendo uno stile pulito, quasi freddo, ma così implacabile, così inarrestabile. La stessa indagine procede con misura, partendo dal pesce piccolo, il ciccione arrapato che funge da diversivo durante il colpo, per poi cercare i rapinatori e solo all’ultimo puntare a chi sta davvero al vertice della catena alimentare. Cold Eyes è il perfetto esempio di thriller intelligente, poco importa se l’idea non è originale visto che si tratta del remake dell’hongkonghese Eye in the Sky del 2007, basato sull’astuzia umana che si muove rapida e sicura su una scacchiera tridimensionale, trionfando su spettacolarità e inutili montature quanto mai fini a se stesse.
Cold Eyes [Gamsija-deul, Corea del Sud 2013] REGIA Cho Ui-seok, Kim Byung-seo.
CAST Seol Gyeong-gu, Jung Woo-sung, Han Hyo-joo, Kim Byeong-ok, Junho, Jin Gyeong.
SCENEGGIATURA basato sulla sceneggiatura di Eyes in the Sky di Yau Nai-hoi. FOTOGRAFIA Kim Byung-seo, Yeo Kyung-bo. MUSICHE Dalparan, Jang Young-gyu.
Action/Thriller, durata 119 minuti.