16° Far East Film Festival, 25 aprile – 3 maggio 2014, Udine
SPECIALE 16° FAR EAST FILM FESTIVAL
La leggenda del ragazzino impossibile
Indipendentemente dai risultati finali della 16a edizione del Far East Film Festival – al momento in cui il sottoscritto scrive mancano circa dieci ore alla premiazione – non si può negare che la vera sorpresa dell’anno sia stata l’introduzione per la prima volta di una sezione dedicata ai documentari.
Non è ormai più possibile ignorare la forma della non finzione, anche perché l’avvento del digitale ne ha determinato lo sviluppo: ci sono centinaia di storie da raccontare, ed è facile farlo. Col concetto di “facilità” tuttavia bisogna andarci piano quando si parla di The Search for Weng Weng, per il quale il regista Andrew Leavold ha impiegato ben sei anni. Il viaggio di Leavold sulle tracce della quasi mitologica figura di Weng Weng inizia all’arrembaggio, alla ricerca più che del personaggio in sé – morto nel 1992, ad appena 35 anni – del mistero che lo ha reso forzatamente dimenticato dall’opinione pubblica, come si trattasse di una vergogna nazionale. Pur avendo preso parte ad appena una decina di film fra gli anni ’70 e ’80, Weng Weng – un metro e trenta di altezza, ma non affetto da nanismo – è divenuto un’icona dell’exploitation, assurto agli onori della cronaca grazie alla semi-parodia di 007 For Y’ur Height Only (1981) e al successivo The Impossible Kid (1982). Da dove viene Weng Weng? Come si è introdotto nell’industria cinematografica filippina? E soprattutto, com’è possibile che la fiammata del successo sia stata così rapida? Il regista Leavold conduce la propria caccia con spirito goliardico e grottesco, facendo spesso coincidere il suo sguardo “vergine” col nostro di spettatori ignari. Dietro alla miracolosa ascesa del ragazzino impossibile c’è la passione sghemba di un popolo per gli “angeli del bizzarro”, che tuttavia era preferibile seguire fra le mura di casa e non di certo esportare. Quel sottogenere di b-movies provocava disagio, una patria orgogliosa e fiera come quella filippina non poteva accettare che a rappresentarla fosse un omuncolo esperto di arti marziali, simbolo del disagio e dell’handicap fisico. Eppure quando nel 1982 Imelda Marcos (moglie del dittatore/Presidente Marcos) volle fortissimamente creare il Festival di Manila ci fu ben poco da fare: i film filippini “impegnati” rimasero miseramente invenduti, tutto il mondo non aveva occhi che per Weng Weng e per il suo Agente 00. Un miracolo – clamoroso passaggio a Cannes compreso – al quale ne corrispose un altro di opposta natura: quello della sua rapidissima scomparsa. Non si trattava solo di cinema di bassa lega: Weng Weng raccontava molto, persino troppo della cultura e della politica filippine. Come dimostra questo persino commovente documentario, a nulla sono valsi i tentativi di insabbiamento. Per quanto minuscoli possano essere, gli eroi sono destinati a sopravvivere nella memoria collettiva.
The Search for Weng Weng [id., Filippine/Australia 2013] REGIA Andrew Leavold.
CAST (INTERVISTE) Celso Ad, Rez Cortez, Eddie Garcia, Imelda Marcos.
SOGGETTO Daniel Palisa, Andrew Leavold. FOTOGRAFIA Jordan Arabejo, Brendan Young. MUSICHE Damian Devaux, The Screaming Meanies, Roy Arabejo.
Documentario, durata 93 minuti.