Il nulla, fino in fondo
Nel paese di Agro, situato nel cuore industrioso del nord Italia, Davide e Loris sono due fratelli impiegati nella ditta di famiglia. Il primo, più giovane, nasconde al mondo la sua omosessualità mentre il secondo sembra avere come unica passione nella vita l’Inter. Quando la squadra arriva in semifinale di Champions League, Loris convince Davide ad andare a Barcellona e proprio lì il suo destino cambierà in modo inaspettato.
Davide si innamora di Andy, un attivista cileno, a tal punto da seguirlo a Santiago dove incontrerà anche Ana, l’ex ragazza di Andy, anche lei impegnata nella lotta contro le multinazionali. Quando anche Loris deciderà di raggiungere il fratello, avrà inizio un’avventura inaspettata verso il ghiacciaio della Laguna San Rafael. Una trama un po’ nebulosa e un po’ piaciona è alla base del lungometraggio di esordio di Alessandro Lunardelli, presentato fuori concorso all’ultimo Festival Internazionale del Film di Roma. Siamo nella provincia operosa, con un personaggio schiacciato dalla sua identità sessuale e un intero mondo, familiare in primis, che non lo capisce o non lo capirebbe nel caso in cui decidesse di fare outing. Storia già vista, personaggi che conosciamo già prima dell’inizio della proiezione e la stessa fascinazione esterofila che, se declinata come mera fuga da un contesto brutto e cattivo, appare quanto mai banale. Per riparare alla fragilità delle fondamenta drammatiche, il regista ha deciso di affidarsi ad un cast “underground”, sperando di fare breccia in un certo tipo di audience: quella, ad esempio, che poteva avere un sussulto alla prima apparizione di Alfredo Castro, attore feticcio di Pablo Larrain. Ma nemmeno l’attore protagonista della “trilogia del regime” (Tony Manero, Post Mortem e No – I giorni dell’arcobaleno) riesce a dare un senso ad un film privato della pur minima logica emotiva. Con chi dovrebbe empatizzare il pubblico? Con un diciottenne che parla come il peggior grillino, con un uomo che mette l’Inter al centro del suo universo, con un attivista cileno che non sa mai quello che dice o quello che vuole, con la sua ex ragazza che finge orgasmi alla finestra? Nella foga di voler raccontare troppo, Lunardelli finisce per non trasmettere niente, per confezionare un ritratto quanto mai preoccupante dei giovani italiani, travolti da passioni tipiche del romanzo d’appendice, e profondi come una pozzanghera. Come se non bastasse, anche la storia risulta indecifrabile, inafferrabile e a tratti inverosimile: Loris salva due pulcini infreddoliti chiudendoli nel forno acceso, roba da “Ai confini della realtà”. Una sola immagine resta chiara nella mente, ovvero quella su cui si chiude il film: il bellissimo ghiacciaio che si sfalda per il calore. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire.
Il mondo fino in fondo [Italia 2013] REGIA Alessandro Lunardelli.
CAST Filippo Scicchitano, Alfredo Castro, Luca Marinelli, Barbora Bobulova, Camilla Filippi.
SENEGGIATURA Alessandro Lunardelli, Vanessa Picciarelli. FOTOGRAFIA Maura Morales Bergmann. MUSICHE Pasquale Catalano.
Drammatico, durata 95 minuti.